Scopri la triste storia dell’abbazia di Venosa e tutte le curiosità, dai romani fino ad oggi

Se ti trovi a viaggiare in Basilicata per visitare Matera 2019, ti consiglio di fare una piccola escursione in auto e recarti a Venosa. Oltre al parco archeologico con case romane, terme e perfino un teatro, avrai la possibilità di entrare e di passeggiare tra le mura diroccate dell’antica e abbazia di Venosa e scoprire la sua interessantissima storia.

Ho sempre trovato molto affascinante visitare questi luoghi in cui l’opera dell’uomo si fonde con la natura. Il pavimento dell’abbazia è stato completamente sostituito da un fitto manto erboso mentre il suo tetto è ormai il cielo. Mi piacciono perché mi ricordano la “mia” chiesa a Castel Santa Maria.

Probabilmente l‘abbazia di Venosa ti farà venire in mente la splendida abbazia di San Galgano ma la storia di questi due luoghi sacri è stata completamente diversa. Mentre il decadimento di San Galgano è stato causato dal lento abbandono e dall’incuria, l‘abbazia di Venosa non è mai stata realmente completata.

Perché? Cosa è successo?

Niente paura, troverai tutte le informazioni e le curiosità più interessanti proprio nel post qui sotto.

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Solo un’ultima cosa, non dimenticarti di fare almeno una passeggiata all’interno della la città stessa. Sono sicura che la troverai davvero molto carina e, se ti appassionano i castelli medievali, il castello di Venosa non solo è molto grande ma anche molto ben conservato.

A Venosa avrai la possibilità di camminare nei secoli, ripercorrendo le fasi costruttive degli edifici, la storia dei popoli che vissero in questi luoghi e degli eventi che ne determinarono le sorti.

Ora invece ti racconto cosa è accaduto e perché l’abbazia di Venosa è rimasta in queste terribili condizioni.

Si parte!

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L’abbazia di Venosa, tra resti romani e chiese cristiane

Quasi tutte le città italiane hanno avuto una storia molto simile tra loro, sono nate come dei piccoli villaggi e si sono via via espanse, spesso intorno al centro più antico.

Questo non è successo a Venosa perché la città attuale si trova molto distaccata rispetto all’originale nucleo, oggi ridotto allo stato archeologico che avrai la possibilità di visitare. L’odierna cittadina infatti ha avuto uno sviluppo diverso dovuto agli interventi medievali e rinascimentali che la allontanarono dall’antico insediamento romano.

Sin dall’antichità questa località poté godere di una certa opulenza grazie alla vicinanza con la via Appia, diventando centro di scambi e commerci. I resti archeologici romani a Venosa testimoniano ancora questa ricchezza.

Perché, cosa è possibile vedere?

Da questa terra sono emersi un anfiteatro, delle terme e numerose domus di una certa importanza di cui conserviamo anche alcuni preziosi mosaici.

Il parco archeologico di Venosa non è grandissimo ma avrai la sensazione di camminare tra i secoli, in un intricato labirinto di vie fino ad entrare nelle case in cui abitavano i nostri antenati. A me ha ricordato molto il parco archeologico di Paestum, se non ci sei mai stato ti consiglio assolutamente di andarci.

Ma la storia che ti colpirà di più è quella riguardante l’abbazia di Venosa.

Ora ti racconto cosa è successo!

Verso il V secolo a Venosa venne costruita una basilica a tre navate, probabilmente sui resti di un tempio pagano dedicato al dio Imene. La basilica è ancora visitabile e al suo interno potrai trovare importanti resti di alcuni mosaici e le antiche fondamenta.

Dopo le invasioni barbariche, la città e la chiesa passarono sotto al dominio longobardo che iniziarono i primi interventi proprio su questo santuario paleocristiano, con la realizzazione di decorazioni tipicamente stilizzate, oggi visibili all’interno del portico.

Tuttavia le modifiche del X secolo subirono a loro volta uno sconvolgimento tra l’XI e il XII secolo. La famiglia normanna degli Altavilla aveva infatti deciso di rendere questo monastero benedettino tra i più importanti del sud Italia e, nel farlo, decise di iniziare la costruzione di un nuovo edificio ancora più maestoso.

Purtroppo le cose non andarono come avevano programmato.

Ecco perché!

area archeologica di venosa

Gli Altavilla e l’abbazia incompiuta di Venosa

All’interno della chiesa della Santissima Trinità a Venosa, sono conservate le sepolture di personaggi molto importanti della famiglia degli Altavilla. Tra gli altri vi sono anche il condottiero normanno Roberto il Guiscardo e la sua prima moglie Aberada, in tombe monumentali molto belle.

La famiglia degli Altavilla regnò sul sud Italia per oltre un secolo e, l’importanza di questo centro, li spinse a fare pressione sui monaci affinché ingrandissero l’abbazia di Venosa. Per questo motivo, nel XII secolo, iniziarono i lavori di ampliamento della struttura, che portarono al prolungamento l’abside molto al di fuori della chiesa originale.

La nuova chiesa di Venosa doveva essere enorme e maestosa per accogliere un nutrito numero di fedeli. Pensa che fu progettata su una superficie di oltre 2000 metri quadrati, con un ampio transetto e un coro triabsidato.

La storia, però, andò in modo diverso.

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L’abbazia di Venosa, gigante solitario

É la storia più vecchia del mondo. Si inizia con grandi ideali e progetti maestosi senza badare a spese, almeno finché i creditori non iniziano a bussare alla porta.

A Venosa è successo esattamente questo!

Ben presto i monaci terminarono i fondi per la costruzione della nuova abbazia, causando un improvviso stop dei lavori e, quando l’abbazia passò all’ordine dei cavalieri di Malta, il progetto fu definitivamente abbandonato. I nuovi proprietari si spostarono infatti all’interno della città, lasciando l’abbazia di Venosa completamente abbandonata a se stessa.

Per fortuna buona parte della struttura realizzata dai monaci è stata recuperata e oggi questo gigante solitario è entrato a far parte del parco archeologico. Potrai infatti visitarlo con lo stesso biglietto d’ingresso.

All’interno sono ancora visibili le forme romaniche ma la cosa che ti farà stupire in realtà è un’altra.

Mentre oggi siamo portati a preservare le strutture antiche e a conservarle nel loro stato originale, nel Medioevo era uso comune riutilizzare le antiche pietre per edificare nuove strutture. Ci sono molti casi evidenti in numerose chiese paleocristiane in cui i medievali reimpiegarono le colonne sottratte dalle ville romane e dai templi pagani e, anche per l’Abbazia di Venosa, i monaci adottarono la medesima strategia.

La vicinanza dei ruderi romani era un’occasione perfetta. Se fai attenzione alle mura della chiesa, troverai moltissime pietre che sono state palesemente “rubate” dalle strutture vicine e inglobate nell’edificio. I più evidenti sono sicuramente i marmi sottratti al vicino anfiteatro ma potrai osservare anche dei massi che riportano dei bassorilievi di chiara origine romana.

Quando passeggerai tra i resti incompiuti dell’abbazia di Venosa prenditi il tuo tempo. Aggirarsi tra queste rovine ti riempirà di malinconia e ti lascerà solo una vaga idea di cosa sarebbe potuta diventare quest’opera monumentale.

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La città e l’abbazia di Venosa oggi

L’abbazia di Venosa era una delle più importanti del sud Italia e, ancora oggi, è una delle più significative della Basilicata. Ma la città non è famosa solo per questo edificio straordinario.

Vuoi sapere dove è nato Orazio?

Proprio qui a Venosa dove è conservata ancora la cosiddetta casa di Orazio. L’edificio è del II secolo a.C. ma probabilmente si tratta di resti di terme e non di una casa.

C’è poi la fontana Angioina, risalente al 1298, la fontana di Messer Oto, con un leone romano e la fontana di San Marco, entrambe del XIV secolo. Trovarle è molto semplice quindi non dovrai cercare molto!

Tra le stradine di Venosa si affacciano vari palazzi cinquecenteschi, tra chiese barocche e piccoli vicoli. Si arriva infine al bellissimo castello del Balzo, del 1470, che ospita anche il museo archeologico di Venosa.

Ecco una curiosità!

All’interno della città si trova anche la cosiddetta colonna dell’amicizia di Venosa, anch’essa di epoca romana, che secondo la tradizione garantisce amicizia eterna se ci si gira intorno tenendosi per mano. Io la trovo una cosa molto romantica da fare con una persona a cui vuoi particolarmente bene.

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Visita guidata a Venosa

Queste pietre hanno ancora tante storie da raccontare e, senza una persona esperta del luogo, non solo rischi di non dargli la giusta importanza, ma anche di perderti delle cose molto interessanti.

All’interno dei bagni delle terme romane, potrai infatti riconoscere lo spogliatoio ed il bellissimo mosaico della stanza del frigidarium. Nel tiepidarium e nel calidarium invece trovarai gli antichi forni che servivano proprio per riscaldare l’acqua.

La Basilicata, si sà, non è una terra molto ricca d’acqua e costruire delle terme poteva non avere molto senso. Ecco perché i romani del II secolo avevano già costruito due cupole con un grande bacino centrale, utile proprio per la raccolta dell’acqua piovana.

Infine potrai entrare nelll’anfiteatro e nella chiesa della SS Trinità per poi completare il percorso archeologico con l’incompiuta abbazia di Venosa.

La guida ti accompagnerà anche all’interno di Venosa con una visita alla casa di Orazio e al castello aragonese del XVI di cui ti ho appena parlato.

Dove dormire a Venosa

Se stai cercando un hotel a Venosa, vuoi prenotare alcune attività o biglietti, scrivimi pure nei commenti il budget che hai a disposizione e le date a cui sei interessato. Ti aiuterò gratuitamente a trovare le soluzioni più adatte alle tue esigenze.

Commenti su Venosa?

Non so se è una mia passione per le chiese distrutte o mai finite (come San Galgano, la chiesa do Carmo a Lisbona o Saint-Jean-des-Vignes a Soisson) ma trovo che questi luoghi siano particolarmente suggestivi.

Hanno storie complicate da raccontare ma il loro spirito è ancora presente nel territorio in cui sorgono i loro resti.

Tu conoscevi già l’incompiuta abbazia di Venosa e la sua chiesa incompiuta?

Scrivimi nei commenti se ti ha suscitato qualche emozione particolare o se vuoi che approfondisca alcuni aspetti di questo post.

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

6 risposte

  1. Interessante però numerosi sono le imprecisioni e sviste su una regione, la Basilicata, che ha nel suo Stesso stemma i simboli dei fiumi che la attraversano e che l’hanno resa storicamente ricca d’acqua e abitata sin dalle epoche più antiche. Il fiume Sele, nasce nel Cilento, parte dell’antica Lucania, da cui verrà creato nell’Ortocento l’Acquedotto Pugliese, un sistema mirabile che convoglia le acque a partire dalle dighe lucane per approvvigionare la Puglia.
    Conoscere e voler parlare di una regione, o una città, deve muovere da un intento serio di approfondire un territorio per dare le giuste informazioni ;-) Così si fa un buon lavoro.

  2. Elisa, perché è tutto “triste” ( Scopri la triste storia di Venosa, triste storia dell’Abbazia di San Galgano)?..Sono posti magici, tutti, e visitarli riempie il cuore e l’anima.

  3. Visitare questi luoghi è una passione che si è risvegliata nell’ultimo anno. Alcuni hanno un forte impatto non solo visivo ma anche energetico!

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