Cosa vedere fuori Parigi: i resti dell’abbazia di Soissons

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Vorresti fare un tour della Francia ed uscire dai soliti itinerari turistici vicino a Parigi? Allora devi assolutamente visitare Soissons!

La città di Soissons merita di essere visitata con tutta calma, ma c’è un edificio che lascia perplessi per non dire sbalorditi: l’antica abbazia Saint-Jean-des-Vignes, di cui restano in piedi solo la facciata ed una parte del chiostro.

La grande facciata vuota dell’abbazia di Soisson sembra lo scheletro di un gigante: i muri del chiostro appaiono come usciti da un romanzo gotico. Solo il refettorio medievale lascia immaginare quanto il complesso dovesse essere magnifico ed imponente.

Non ci sono orpelli o vetrate ma solo la nuda pietra. L’impressione che si ha è di un’indescrivibile tristezza mista a compassione. Si vorrebbe quasi andare vicino alle sue vecchie torri e consolarle. Se l’hai gia visitata, ti sembrerà di visitare San Galgano o una delle tante chiese distrutte ma che sembrano voler resistere al tempo.

In questo breve articolo ti spiego perché questa bella abbazia è stata prima abbandonata e distrutta.

Si parte

L’abbazia di Soisson e la sua storia secolare

Un tempo l’abbazia di Soissons era molto importante: fu fondata da Ugo il Grande nel 1076, ma la struttura attuale data al XIII secolo e fu dotata di torri solo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Tra le attività che ricoprivano i suoi monaci, importanti erano la medicina e l’erboristeria ma anche la coltivazione.

All’apice della sua grandezza, l’abbazia di Soisson dominava su molti terreni circostanti e contava circa 150 monaci.

La storia tuttavia, come spesso accade, ha deciso di lasciarci solo il ricordo della sua incredibile grandezza: la chiesa e il monastero furono infatti saccheggiati dagli ugonotti nel 1567 e ne fu poi decisa la distruzione nel 1805.

Come diverse altre strutture religiose in tutta la Francia, la rivoluzione francese ne aveva causato la caduta in rovina.

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L’ascesa dell’abbazia di Soissons

Come molte delle più importanti chiese, anche l’abbazia di San Giovanni delle Vigne a Soissons sorge presso un antico cimitero di origine romana. La costruzione iniziò quindi con una piccola cappella, e solo in seguito si avvia il cantiere per una più grande chiesa romanica.

Ma allora perché è in stile gotico?

Molto semplice, nei secoli successivi, l’abbazia divenne sempre più importante e ricevette diverse donazioni da parte di re e signori della regione. Per questa ragione l’abate dell’epoca, Raoul de Chézy, decise di ristrutturarla in uno stile “più alla moda” per l’epoca, ovvero lo stile gotico.

Il progetto originale era molto ambizioso: oltre alla ricostruzione degli edifici comuni, il cantiere doveva misurare più di 80 metri, suddiviso in 3 navate a volte ogivali.

Pensa che i lavori iniziarono all’inizio del 1200 e le navate furono terminate più di un secolo dopo.

Perfino durante la Guerra dei Cent’anni la costruzione dell’abbazia continuò, anche se soprattutto nella costrizione della cinta muraria. Questo permise a Carlo VI di Francia di insediarvi il proprio quartier generale che tuttavia non evità il saccheggio della città.

Alla fine del Medioevo, San Giovanni delle Vigne era una delle più importanti abbazie della regione, tanto da avere più di ina trentina di fattorie e altrettante parrocchie alle proprie dipendenze.

Ma allora come è potuta andare in rovina?

Adesso te lo racconto

Il declino di San Giovanni delle Vigne

Nonostante il rinforzamento delle mura cittadine, la collina su cui si erge l’abbazia è un punto strategico considerato pericoloso già nel 1500 per la difesa della città di Soissons. Ecco perché nel 1567 gli Ugonotti, non solo riuscirono a prendere la città, ma anche a saccheggiare tutti i tesori e gli archivi dell’abbazia. Questa perse di colpo la sua importanza economia tanto che l’edificio venne quasi abbandonato e destinato a scuderia.

Ma non basta!

Come ti dicevo all’inizio di questo articolo, il vero colpo di grazia le fu dato dalla Rivoluzione Francese.

Si perché nel 1789 l’abbazia di San Giovanni delle Vigne venne prima occupata militarmente e successivamente ancora depredata del mobilio e di tutta l’argenteria che fu fusa e inviata alla “zecca” di stato.

Dopo essere stata scuderia, l’immensa struttura diventa panificio militare, continuando il suo lento ma inesorabile declino a causa della mancanza di manutenzione.

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La distruzione dell’abbazia

Per quanto la popolazione locale fosse profondamente contraria al suo abbattimento, gli alti costi di manutenzione fecero prendere all’amministrazione locale la decisione di abbattere l’edificio. Non restava più gran cosa da vendere ma con lo smantellamento, perfino le materie prime, le vetrate e le ferramenta vennero vendute o reimpiegate per la costruzione di molte case di Soissons.

Il costo basso di rivendita delle materie prima fece si che perfino i lavori di demolizione si arrestarono nel 1825, lasciando solo la mirabile facciata e parte dei chiostri.

Solo alla fine del’800, tutto il complesso venne classificato come monumento nazionale ed il comune di Soissons ne recupererà la proprietà quasi 100 anni più tardi.

Oggi tutto il sito è destinato alla ricerca e sarà probabilmente restaurato nei prossimi anni.

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Riflessioni ai piedi dell’abbazia

Ai piedi di questa struttura “violata” non si può non interrogarsi sulla fugacità del tempo, sul fatto che neppure l’arte e la bellezza sfuggano alla corrosione e alla crudeltà dei secoli, alle guerre e alla spietatezza dell’uomo, capace di costruire cose grandiose per poi distruggerle o abbandonarle.

Un altro luogo francese che ha vissuto una storia altrettanto toccante è quello della cattedrale di Reims che ti consiglio assolutamente di visitare.

Commenti

Hai mai visitato degli edifici come questo?

Che impressione ti hanno fatto?

Fammi sapere nei commenti le tue impressioni.

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

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