Gemaldegalerie di Berlino: le 10 opere che non devi perderti

Tra tutti i musei di Berlino che ho visitato, la Gemaldegalerie è stato il mio preferito. Non mi aspettavo tanta bellezza, tanti artisti e tante opere d’arte.

Stai decidendo cosa vedere a Berlino?

Devi assolutamente visitare questo fantastico museo.

La Gemäldegalerie è uno dei musei di Berlino dove puoi trovare opere diversissime tra loro, per epoca, artisti e provenienze. Le opere provengono infatti da diverse collezioni mentre il nucleo principale è costituito dai capolavori del museo vecchio, aperto nel 1830.

Altri dipinti furono acquistati nel XIX dalle raccolte dell’italiano Giustiniani e del commerciante d’arte inglese Solly. Altri ancora furono raggruppati qui da diverse residenze imperiali tedesche.

Poi è successa una vera e propria tragedia!

La collezione fu ospitata dal 1904 al 1930, nell’attuale Bode-museum e durante la seconda guerra mondiale, nel 1945, circa 400 dipinti furono distrutti. Tra i capolavori perduti nel disastro, si annoverano opere di Caravaggio, Rubens, Goya, Friedrich, Ghirlandaio, Lippi, Signorelli e Veronesi, solo per citarne alcuni.

Successivamente, con la divisione della città di Berlino tra gli alleati e l’unione sovietica, le opere furono divise tra due musei.

Dopo la riunificazione della Germania, si decise di creare poco lontano da Potsdamer platz un nuovo museo all’interno del Kulturforum. La struttura fu progettata nel 1997 e si decise di esporre la collezione, anch’essa riunificata nella Gemäldegalerie.

Insomma come a Roma non puoi perdere i Musei Capitolini e i Musei Vaticani e a Parigi devi assolutamente visitare il Museo del Louvre, a Berlino la Gemaldegalerie è una tappa obbligata!

Vuoi sapere quali sono le dieci opere che mi sono piaciute di più?

Non ti resta che continuare a leggere e scoprire se questo museo fa anche per te.

Si parte!

Indice degli argomenti

Cose da vedere a Berlino

1 – Madonna in una chiesa – Jan van Eyck

Nei musei di Berlino si trovano molte opere di artisti fiamminghi ma questa all’interno della Gemaldegalerie mi è particolarmente piaciuta. Questo dipinto del 1440 è di uno dei più grandi artisti fiamminghi: Jan van Eyck.

La Madonna tiene in braccio il Bambino all’interno di una chiesa gotica di una bellezza incredibile. L’edificio è piccolo rispetto alle figure ma è descritto in ogni minimo particolare con la minuzia tipica dei pittori fiamminghi.

La corona della vergine, le vetrate, i capitelli, il crocifisso sullo sfondo, le colonne… tutto è rappresentato nel dettaglio.

Ciò che ti colpirà di più di quest’opera della Gemaldegalerie è la luce. Questo elemento non serve solo ad illuminare la scena ma ha anche un profondo significato simbolico. Infatti la luce di Dio, che entra nella Chiesa, è allegoria del concepimento sovrannaturale di Gesù. La Vergine concepisce ed accoglie la vita come la luce filtra dalle finestre senza danneggiarle.

Il significato soprannaturale della luce è determinato anche dal fatto che essa proviene da nord.

La cosa ancora più incredibile è la posizione che quest’opera occupa all’interno della Gemaldegalerie. Sembra uno spaccato nel muro, come una finestra aperta che ti permette di vedere una scena di 600 anni fa.

Incredibile.

madonna in chiesa alla Gemaldegalerie

2 – Proverbi olandesi – Pieter Bruegel

Tra tutti i quadri della Gemaldegalerie, questo di Pieter Bruegel è uno dei più particolari. È infatti un’accurata rappresentazione di oltre 100 proverbi fiamminghi.

Con una precisione tipica proprio dei pittori fiamminghi, Bruegel è riuscito a creare un vero e proprio”villaggio dei proverbi”. I personaggi di quest’opera non sono messi a caso e perfino le loro azioni hanno un significato ben preciso. Ciascuna attività umana o posizione rispecchia infatti un antico modo di dire olandese, delle riflessioni o vizi tipici di questo popolo.

Ad una prima occhiata sembra quasi una critica al folklore. In realtà quest’opera della Gemaldegalerie rappresenta un vero e proprio omaggio alla cultura popolare, alla sua ironia e all’immediatezza di alcune espressioni che esprimono in maniera molto chiara alcuni concetti.

Se fai attenzione, potrai davvero vedere le persone svolgere le attività più assurde!

Ma come riconoscere i proverbi?

Non preoccuparti, nella sala, come in tanti altri musei di Berlino, ci sono delle schede con le spiegazioni dei vari proverbi e la loro localizzazione nel quadro. In questo modo potrai trovarli e riconoscerli facilmente anche se non fanno parte della tua cultura.

Se ti piacciono i giochi, prova ad aguzzare la vista e trova questi proverbi…

Stare con gli zoccoli nei piedi (aspettare inutilmente)

La migliore delle donne legò un diavolo al cuscino (le donne ne sanno una più del diavolo)

Una zappa senza manico (qualcosa di inutile).

Buon divertimento!

Gemaldegalerie proverbi olandesi

3 – Amor vincit omnia – Caravaggio

Su questa tela della Gemaldegalerie sono stati versati fiumi di inchiostro.

Amor vincit omnia cioè “l’amore vince su tutto” è rappresentato da un giovane Cupido ammiccante, che vince tutte le arti di un gentiluomo. In terra vi sono un’armatura che rappresenta la guerra, strumenti e spartiti che simboleggiano la musica, un compasso per la geometria e lo studio. Tutto questo viene vinto dall’amore.

Il dipinto fu commissionato da Vincenzo Giustiniani ed entrò a far parte della sua collezione dal 1638. Fu considerato dal committente come il suo dipinto migliore. Pensa che era conservato con una tenda davanti, che il padrone di casa scostava per mostrarlo solo agli ospiti più illustri.

Ecco una curiosità!

Il giovane ritratto in questa posa cosi insolita era l’aiutante, forse anche amante, di Caravaggio. Il suo nome era Francesco Boneri detto Checco da Caravaggio. Le ali che indossa sono di aquila e non di angelo, nella mano destra stringe le frecce, attributo di Cupido, mentre l’altra è nascosta dietro la schiena.

La sensualità della figura ed il suo sorriso divertito sembrano sia un invito che una disarmante affermazione di potere.

Lo so, é strano trovare quest’opera nei musei di Berlino perché si tratta di un opera del nostro Caravaggio ma fu acquistata regolarmente.

amor vicit omnia di caravaggio

4 – Autoritratto – Tiziano

Di Tiziano Vecellio ho già parlato qualche tempo fa ma trovarselo davanti cosi è stato emozionante.

Per chi non lo sapesse, Tiziano non fu soltanto artista ma un vero e proprio imprenditore, con una propria azienda ed una bottega che produceva capolavori per i signori più importanti del suo tempo.

La sua rivoluzione pittorica é soprattutto nell’uso che fa del colore, delle differenti tinte cromatiche e nell’uso della luce che dona alle sue opere una straordinaria unità compositiva

Ok, ma quale delle sue opere si trovano alla Gemaldegalerie di Berlino?

Semplicemente il suo autoritratto!

Questa non é l’unica opera in cui il grande maestro ritrae se stesso, ma è forse la più bella. Ti assicuro che trovarsela davanti fa davvero un grande effetto.

Dico davvero.

autoritratto di tiziano alla gemaldegalerie

5 – Madonna con Bambino – Raffaello

La dolcezza delle Madonne di Raffaello colpisce sempre e alla Gemaldegalerie ne troverai diverse.

In questa tela la Madonna è ritratta mentre viene interrotta nella lettura di un libretto dal bambino Gesù. Il bimbo le tira i vestiti per attirare la sua attenzione mentre la madre lo guarda con amore e pazienza.

Una scena sacra che però è anche una scena di amore quotidiano e di una dolcezza e raffinatezza incredibile. Questo quadro, dipinto verso il 1508, è conosciuto anche come Madonna Colonna, dal nome della famiglia che lo detenne per secoli. Fu venduto al museo tedesco nel 1827.

La semplicità di quest’opera è solo apparente: osserva il paesaggio alle spalle dei personaggi, la posizione della donna, la copertina del libro… tutto è riprodotto con estrema attenzione e cura.

Di Madonne di Raffaello alla Gemaldegalerie ce ne sono altre tre: la Madonna Solly, la Madonna Terranuova e la Madonna tra i santi Gerolamo e Francesco. Ma questa è la mia preferita.

Raffaello ancora una volta, mi ha lasciata di stucco!

madonna raffaello gemaldegalerie

6 – Adorazione dei magi – Masaccio

L’adorazione dei magi di Masaccio è una delle sue opere più famose. Fu realizzata nel 1426 e costituisce uno dei più begli esempi di arte rinascimentale.

Masaccio fu un grande innovatore e lo possiamo capire anche solo osservando il bue e l’asinello, colti di spalle, in una posizione completamente inconsapevole rispetto al resto della scena. Se osserviamo lo studio della prospettiva utilizzata per la capanna, per la sella poggiata in terra, per il cavallo sulla destra e lo confrontiamo con i dipinti dei suoi contemporanei, comprendiamo la portata del suo genio.

I suoi personaggi sono presenti nel loro spazio: è una scena sacra ma è come se avvenisse davanti ai nostri occhi. A testimoniarlo, i committenti,ritratti in abiti contemporanei, sulla destra.

L’adorazione dei Magi è una delle opere che non puoi perderti se visiti i musei di Berlino!

Musei di Berlino masaccio-adorazione-dei-magi

7 – Madonna con bambino e otto angeli – Botticelli

Questo dipinto, conosciuto come tondo Raczynski, fu realizzato da Botticelli nel 1477. Come sempre troviamo la Vergine con in braccio il Bambino; ai due lati, otto angeli disposti simmetricamente che sorreggono i gigli bianchi, simbolo della verginità e della purezza. Quattro di loro stanno cantando, leggendo da un libro, gli altri si guardano e uno osserva lo spettatore.

Il bambino si gira verso l’osservatore come farebbe un adulto: è infatti già saggio e già consapevole della missione di redenzione che lo attende. Tuttavia è il viso della Madonna che attira più di tutto l’attenzione. La donna è bianca, luminosa e bellissima, cosi bella da sembrare la dea Venere.

Si tratta forse di un altro ritratto postumo di Simonetta Vespucci, la donna più bella della Firenze del tempo, amata da Botticelli a tal punto da voler essere sepolto ai suoi piedi.

Che dici, le somiglia?

Musei di Berlno tondo-Raczynski,-botticelli-gemaldegalerie

8 – Il cambiavalute – Rembrandt

Il cambiavalute di Rembrandt è una di quelle opere che sembrano volerti risucchiarti in un altro mondo.

Alla luce soffusa di una candela, un uomo anziano si mette a lavorare di notte alla sua scrivania ingombrata di carte, denaro e registri. Ha gli occhiali inforcati e la bocca semiaperta.

Questo quadro della Gemaldegalerie è conosciuto anche come “la parabola del ricco stolto” ed è un invito a non accumulare ricchezze terrene ma a pensare alla cura della propria anima. Fu eseguito nel 1627 ed il modo in cui viene diffusa la luce lo rende molto all’avanguardia per la sua epoca.

É senza dubbio uno dei più bei dipinti della Gemaldegalerie.

Il cambiavalute - Rembrandt

9 – Le vedute di Canaletto

Ce n’è una in tutti i musei di Berlino e non solo, ma delle vedute di Canaletto non se ne ha mai abbastanza. Il modo in cui descrive Venezia sembra trasportarti indietro nel tempo.

Canaletto é stato uno degli artisti che ha realizzato più opere, pensa che ogni volta che visito un museo riesco sempre a trovare uno dei suoi bellissimi panorami.

Nonostante questa enorme produzione, la qualità e la minuzia di particolari é davvero senza eguali.

10 – La Madonna consegna a San Pietro la chiave – Crivelli

Questa è stata in assoluto l’opera che mi ha colpita di più tra i musei di Berlino. Sono rimasta ad osservarla per un tempo lunghissimo e ancora me la vedo davanti!

L’opera era la parte centrale di una pala d’altare realizzata da Carlo Crivelli verso il 1488. Dopo aver visto delle ricostruzioni, penso di preferirla cosi isolata perché si può ammirare meglio. La pala era composta da altri tasselli ed era conservata presso San Pietro di Muralto.

La scena l’abbiamo vista e rivista: al centro c’è la Madonna che consegna le chiavi del Paradiso a San Pietro, inginocchiato e vestito da Papa, mentre ai due lati un gruppo di santi osserva la scena con partecipazione.

La cosa spettacolare di quest’opera sono le incredibili decorazioni, tipiche di Crivelli. Le stoffe dei vestiti, le pietre, i particolari cangianti dei metalli, i marmi, le sculture… tutto è curato, esaltato, perfettamente realistico.

Le espressioni dei personaggi sono molto caratterizzate, tutti gli sguardi convergono su San Pietro che riceve la chiave. E’ la chiave la protagonista di quest’opera e sembra brillare veramente.

Mi ha davvero lasciata senza fiato.

Come visitare la Gemäldegalerie

Se ami l’arte come me, a Berlino avrai davvero l’imbarazzo della scelta. Oltre alle Gemaldegalerie, ci sono infatti un numero considerevole di musei e di piccole gallerie private che ti faranno venir voglia di attraversare la città in lungo e in largo.

Ti assicuro che l’unico problema che avrai sarà il tempo a tua disposizione.

Quindi come fare per ottimizzare le visite dei musei di Berlino?

Io ti consiglio di acquistare il pass per i musei di Berlino, che ti darà a accesso gratuito a più di 30 musei, inclusa la Gemaldegalerie.

Si tratta del pass ufficiale della città, grazie al quale potrai scoprire le opere più belle dell’arte europea, visita l’isola dei musei e perfino il museo di Pergamo. Il tutto senza dover fare la fila alle casse.

Quando ti capiterà di nuovo di visitare Berlino?

gemaldegalerie berlino esterno

Commenti Gemaldegalerie di Berlino

Ho selezionato per te 10 opere della Gemaldegalerie che non puoi assolutamente perderti.

Sono quelle che mi hanno colpita ed emozionata di più durante il mio soggiorno della capitale tedesca. Fare questa selezione non è stato affatto semplice, perché ci sono capolavori incredibili in questo museo. Se vai a visitarlo fammi sapere qual è la tua personale top ten!

Se non sai cosa fare a Berlino questo museo è davvero il posto ideale dove spendere qualche ora in compagnia dell’arte.

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

3 risposte

  1. Ciao. Interessante e utile articolo. Solo un po’ di refusi: Belino al posto di Berlino (i liguri si divertiranno, il belino essendo…), qual è con l’apostrofo. Anche l’ekphrasis ha le sue regole.

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