Arnolfo di Cambio: stile di un genio medievale

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Se l’arte medievale ti appassiona, sicuramente avrai sentito parlare di Arnolfo di Cambio, uno degli artisti più importanti del medioevo. Al pari dei grandi maestri del Rinascimento italiano, Arnolfo di Cambio è stato un grandissimo innovatore anche se la sua figura non viene valorizzata quanto quella di altri artisti.

Come mai?

Purtroppo c’è un motivo ben preciso, e te ne parlerò proprio nei paragrafi qui sotto perché merita un minimo di approfondimento. Non preoccuparti, nulla di troppo noioso.

Della vita di Arnolfo di Cambio invece, come di quella della maggior parte degli artisti medievali, sappiamo ben poco. Quello che è certo è che fu considerato il precursore della figura dell’artista rinascimentale poiché fu scultore, urbanista e architetto.

Nel Medioevo infatti, il mestiere dell’artista non era davvero riconosciuto, ma spesso associato a quello di un artigiano specializzato. Esistevano quindi dei bravi falegnami, dei bravi scultori e perfino dei bravissimi pittori ma era molto difficile che qualcuno fosse ricordato con il suo nome, anche se abbiamo alcune importanti eccezioni.

Insomma erano dei “manovali” a tutti gli effetti.

Le cose invece iniziarono a cambiare a partire da Giotto ma già Arnolfo di Cambio fu uno dei primi ad essere una figura poliedrica in più campi dell’arte. Alcuni storici gli attribuiscono perfino alcune opere di pittura, in particolare le storie di Isacco nella Basilica di Assisi la cui attribuzione è ancora oggetto di dibattito.

Ma Arnolfo di Cambio è stato anche uno degli artisti più prolifici della sua epoca: ha realizzato fontane, cibori, pulpiti, chiese, monumenti funebri e statue.

La particolarità della sua arte risiede soprattutto in un aspetto ben preciso.

Vuoi saperlo?

Si parte!

La figura dell’artista medievale

Ti ho detto che Arnolfo di Cambio è una figura molto importante perché, in qualche modo, anticipa il ruolo che svolsero gli artisti rinascimentali rispetto agli artisti del periodo medievale.

Che differenza c’era tra gli artisti medievali e quelli del rinascimento?

Forse non ci avrai mai fatto caso ma è molto difficile trovare opere medievali con le firme degli artisti che le realizzarono. Questo perché la figura dell’artista era assimilata a quella dell’artigiano, come un fabbro o un falegname, più o meno bravi.

L’idea di artista, nel Medioevo, era spesso associata non ad un singolo individio, ma a tutta la squadra che realizzava il lavoro, seppur con varie ed importanti eccezioni. Se aggiungiamo che il tasso di alfabetizzazione era molto basso e che la personalità singola nel medioevo non era rilevante come lo è oggi, ecco che gli artisti medievali erano visti più come membri di una comunità che come geni solitari.

Cosa cambia con il Rinascimento?

Fu dopo il XII secolo che la situazione nel panorama artistico iniziò a cambiare e la figura dell’artista acquisì sempre più importanza e spessore. Le opere d’arte non vengono più viste solo come opere di “artigianato”, ma ne viene riconosciuto il valore sia intellettuale che creativo.

Cosa c’entra Arnolfo di Cambio con tutto questo?

Anche se la condizione sociale dell’artista cambiò radicalmente solo con Giotto, Arnolfo di Cambio fu una figura “apri pista”. Da questo momento in poi gli artisti diventarono figure poliedriche, capaci di realizzare magnifiche opere pittoriche ma anche sculture e bellissime architetture. Inoltre, le arti figurative, iniziarono ad essere viste al pari delle arti liberali

Se ti sembra strano pensa a Michelangelo, Bernini o Leonardo da Vinci.

Questi 3 geni italiani avevano sicuramente delle preferenze dal punto di vista artistico, ma al bisogno erano in grado di svolgere qualsiasi lavoro.

Chi era Arnolfo di Cambio?

Per capire l’arte di Arnolfo di Cambio bisogna che ti racconti almeno un po’ della sua vita.

Nacque probabilmente tra il 1232 e il 1240 nella provincia di Siena.

Figlio di un notaio, fece il suo apprendistato con Nicola Pisano ed ebbe quindi la grande opportunità di imparare da uno dei più grandi artisti ed innovatori del suo tempo, oltre che da tutti gli artisti che ruotavano intorno a questa importante figura. Arnolfo di Cambio ha lavorato con Nicola Pisano sino al 1270, anno in cui entrò al servizio di Carlo I d’Angiò.

Cosa fece per lui?

Pensa che realizzò per Carlo I d’Angiò un importantissimo ritratto, oggi ai musei Capitolini. Si tratta del primo ritratto scolpito dalla fine dell’arte classica.

Una grandissima innovazione, non credi?

Lavorò poi a Perugia, alla fontana minore, e ad Orvieto allo splendido monumento del Cardinale De Braye. Anche quest’ultimo monumento ritrae le fattezze del defunto cardinale, introducendo una novità assoluta nell’arte per quel tempo perché, durante il Medioevo, si era perso l’uso di fare i ritratti.

Le figure realizzate da Arnolfo di Cambio hanno un volume, una gestualità ed un’espressività molto forti che costituiscono un’innovazione tale da poter essere paragonata alla rivoluzione che Giotto fece in pittura.

Arnolfo di Cambio realizzò inoltre i baldacchini romani per San Paolo fuori le Mura e Santa Cecilia in Trastevere. Sue sono perfino le statue di uno dei primi presepi della cristianità, oggi conservati a Santa Maria Maggiore.

Sai che c’è una sua opera perfino dentro San Pietro?

Si occupò infatti della veneratissima statua bronzea di San Pietro al Vaticano, del monumento di papa Bonifacio VIII, della costruzione di Santa Croce e della decorazione del duomo di Firenze.

Fu in questa città che morì, nei primi anni del ‘300.

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L’arte e l’ispirazione di Arnolfo di Cambio

Arnolfo si ispirò a diversi modelli. L’influsso più evidente fu, come ovvio, quello di Nicola Pisano, suo maestro e grande protagonista della scultura del XIII secolo ma con diverse innovazioni.

Prima di tutto trasse spunto dall’antichità classica, che all’epoca iniziava a suscitare un certo interesse. E in alcune sue opere sono poi integrati parti di mosaico su modello delle composizioni cosmatesche, tipiche del panorama artistico romano.

Ma le opere di Arnolfo di Cambio risentono anche del gotico internazionale e delle nuove tendenze che provenivano dalla Francia, soprattutto in campo architettonico. Dobbiamo dunque immaginare un artista aggiornato, che riusciva a coniugare diversi stili e tipi di arte creando un linguaggio unico ed innovativo.

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Allora perché Arnolfo di Cambio non è “famoso”?

Ecco la grande domanda con cui ti avevo lascito all’inizio.

Se ha realizzato così tante opere ed è stato un fervente innovatore, perché non è conosciuto come altri importanti artisti?

Tutti infatti conoscono Giotto e la rivoluzione che fece in pittura ma in pochi sono a conoscenza di Arnolfo di Cambio e le grandi innovazioni che portò in scultura.

La ragione principale della sua mancata fama, è dovuta al fatto che molte delle sue opere sono scomparse.

Come è possibile?

La facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze fu completamente modificata, il sepolcro di Bonifacio VIII spostato e stravolto, la fontana di Perugia ci è pervenuta solo in alcune parti, scomposta. Anche la tomba del Cardinale De Braye è priva di alcuni fondamentali elementi, così come il presepe di Santa Maria Maggiore.

Quasi tutti i suoi interventi furono nei secoli cambiati, perdendo gran parte del loro fascino originario.

Tuttavia Arnolfo di Cambio resta uno dei più grandi artisti del medioevo e uno dei padri del Rinascimento italiano.

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Commenti su Arnolfo di Cambio?

Cosa ne pensi di questo incredibile artista?

Scrivimi qui sotto se vuoi segnalarmi altre bellissime opere di Arnolfo di Cambio o se vuoi che approfondisca alcuni aspetti della sua arte.

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

9 risposte

  1. PERCHE’ ARNOLFO NON E’ MOLTO CONOSCIUTO? Secondo il mio parere, ai tempi di Arnolfo l’artista non era abituato ad essere l’imprenditore della propria attività artigianale (ciò avverrà quando gli artisti iniziarono a frequentarsi nelle varie Corti). Come in tutte le competizioni si ricorda solo chi é primo. Arnolfo di Cambio ha avuto il bisogno d’imparare il mestiere da Nicola e poi é uscito dalla bottega del Pisano, ma non credo che nella sua testa ci sia mai stata la coscienza (o certezza) d’essere più bravo del suo maestro e quindi di meritare più commissioni e quindi più ricchezza. Però mi sembra un po’ esagerato dire che Arnolfo di Cambio é poco conosciuto (anche perché dei suoi contemporanei e di lui, esistono poche documentazioni). Mi pace, Elisa, come tratti l’Arte! Se mi fai avere un recapito telematico, se vorrai, t’invio la mia trattazione dell’Arte italiana digitale (in sunto) Paolo Dotta. Bologna lì, 14/01/22.paolo.dotta51@gmail.com

  2. Ciao Elisa, sono Mirco di Perugia. Naturalmente conoscerai la storia della “fontana degli assetati”, realizzata a Pg dà A.di C. e della quale gli unici pezzi che sono arrivati fino a noi sono il Grifo e il leone che adesso sono collocati sopra il portone di palazzo dei priori e le 5 statue conservate nella galleria nazionale dell’umbria e che vennero ritrovate solo 1 o 2 secoli fà vicino corso vannucci. Volevo chiederti… se hai presente le statuette di marmo di carrara di cui parlavo sopra… cosa ne pensi di queste opere murate a ridosso del centro storico di Perugia in un vecchio palazzo? In modo Particolare quella sotto, non è lo stesso stile? Molto peggio conservata ( ricordiamoci che sarebbe del 1200 ) mà praticamente similissime. Le statue di cui ti parlo puoi vederle anche su google maps, sono a Perugia murate in un angolo di un palazzo, in fondo alle scale che dà via scoscesa arrivano in via Pinturicchio. Mi dai un tuo parere? Grazie, buona serata.

    1. Ciao Mirco, credo di aver capito di che statue parli. Non so quando furono collocate e murate sul palazzo ma sicuramente non è un intervento recente. In passato era normale abbellire i palazzi con pezzi antichi di sculture. A Roma il centro storico è pieno di esempi. Se non sono stati rimossi vuol dire che per il momento la loro conservazione non è reputata a rischio. Considera anche che spesso “smurare” queste sculture rappresenta un rischio per la scultura stessa. Ripeto, non so nello specifico caso quale sia la situazione, quindi più di questo non posso dirti.

  3. Ciao Elisa, sono una viaggiatrice accompagnatrice di viaggiatori e sto studiando per diventare guida. Mi piacciono i tuoi scritti, grazie!

    1. Ciao Stefano, si, lavoro’ con il suo maestro Nicola Pisano alla cattedrale, agli inizi della sua carriera.

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