Visitare il giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle è un’esperienza che devi fare almeno una volta nella vita e che difficilmente dimenticherai. Avevo a lungo desiderato di andarci ma non mi aspettavo assolutamente di trovare quello che ho visto.
Il giardino dei Tarocchi è stato per me un viaggio nella mente eclettica e nella vita di un’artista che conoscevo pochissimo e che mi ha affascinata spingendomi ad approfondire.
Questo giardino, seppur con uno stile completamente diverso, mi ha ricordato moltissimo il parco dei mostri di Bomarzo.
Come a Bomarzo infatti, non c’è una vera e propria spiegazione delle opere e, seppur in stile completamente diverso, trovo che i due parchi si somiglino molto. All’interno del giardino dei tarocchi l’artista ha scelto di non voler lasciare nessuna spiegazione delle sue opere e di dare a noi visitatori il compito di trovare una nostra, personale, interpretazione.
Secondo Niki de Saint Phalle l’arte deve lasciare lo spettatore libero di leggere nelle opere quello che più si avvicina al suo punto di vista e al suo bagaglio culturale. Per questa ragione, nel parco dei Tarocchi, troverai solo frasi criptiche e a volte fuorvianti.
Se ti ho incuriosito almeno un po’, e hai intenzione di visitare il giardino dei tarocchi con una guida, ho selezionato per te questo tour:
Se invece vuoi scoprire la mia esperienza e la mia personale interpretazione delle opere del Giardino dei Tarocchi, qui sotto trovi tutte le informazioni pratiche per scoprire questo luogo mistico!
Si parte!
Indice degli argomenti
Cosa sono i tarocchi?
Prima di raccontarti cosa vedere nel giardino dei tarocchi, devo farti una piccola premessa sui tarocchi e sul loro utilizzo. Se conosci già questo particolare mazzo di carte puoi saltare questa parte e andare direttamente alla spiegazione delle opere.
I tarocchi sono un mazzo di carte la cui origine è ancora discussa. Quello che sappiamo per certo è che vennero utilizzati già in Italia settentrionale a partire dal XV secolo.
Le carte dei tarocchi sono divise in arcani minori e maggiori.
I minori sono le carte italiane che tutt’oggi vengono usate nei giochi che tutti conosciamo come scopa, rubamazzo o briscola. Gli arcani maggiori, che oggi non utilizziamo per giocare, hanno assunto nel tempo un valore diverso tanto da perdere il loro ruolo di carte da gioco per essere considerati strumenti per predire il futuro.
Gli arcani maggiori dei tarocchi sono 21 con l’aggiunta del Matto.
Diverse tradizioni hanno rappresentato queste figure in modo differente e con attributi vari ma devi tenere presente che, in ciascuna delle raffigurazioni, ogni piccolo oggetto o decorazione ha uno specifico significato.
Gli arcani maggiori dei tarocchi sono tutt’ora utilizzati come figure esoteriche in grado di predire il futuro. Non è un caso che Niki de Saint Phalle abbia scelto proprio queste figure e le abbia associate ad altri concetti considerati “esoterici”.
Ovviamente, ciascuno può vederci quello che vuole, ma io un pò ci ho visto una metafora della vita e un invito all’introspezione.
Visitare il giardino dei Tarocchi vuol dire fare un percorso iniziatico in modo più o meno cosciente.
L’ispirazione di Niki de Saint Phalle
L’artista franco-americana si è visibilmente ispirata, come d’altronde ha scritto essa stessa, sia al parco dei mostri di Bomarzo che a villa d‘Este a Tivoli. Ma una delle sue più costanti ispirazioni fu l’architetto spagnolo Gaudì.
Nella realizzazione del giardino dei Tarocchi è evidente l’ispirazione a parque Guell a Barcellona e, se non ci sei ancora stato, te lo consiglio assolutamente.
Come ha fatto a realizzare questo parco?
Il Giardino dei Tarocchi è stato interamente finanziato dall’artista che lavorò al progetto dal 1979 al 2002, anno in cui morì.
Se stai per visitare questo parco , noterai che alcune opere sono rimaste incompiute. Questa è stata un’indicazione esplicita dell’artista che diede inoltre disposizioni sulle aperture e perfino sulla conservazione delle sue creazioni.
Un lavoro interminabile che portò avanti con suo marito Jean Tinguely, cui si devono le numerose strutture meccaniche semoventi e pochi altri amici artisti ed architetti.
Oltre ai numerosi operai, nel giardino dei tarocchi lavorarono artisti come: Nico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie e Marino Karella.
Ora ti racconto la mia interpretazione delle varie sculture.
Giardino dei tarocchi: la ruota della fortuna
Non è chiaro, appena si arriva al parco dei tarocchi, che anche la grande fontana all’entrata rappresenti una carta.
Si tratta de la ruota della fortuna, la carta numero 10.
Nella lettura dei tarocchi questa carta può rappresentare il cambiamento, la ciclicità, lo scorrere del tempo. La fortuna va e viene, sta a noi coglierla.
Le grandi ruote, come un ingranaggio, sono mosse dall’acqua. Io ci ho visto la rappresentazione del caso, degli eventi, qualcosa che fluisce e non può essere fermato, facendo girare tutto il resto degli ingranaggi dell’esistenza.
I quattro cuori sulla ruota maggiore mi sono sembrati un quadrifoglio, simbolo di buona fortuna.
Posta al di sotto del Mago e della Papessa, questa fontana assume un significato ancora più pregno.
Tu che ne pensi?
Giardino dei tarocchi: il mago
La prima scultura che si incontra quando si va a visitare il giardino dei Tarocchi è, quasi inevitabilmente, il Mago. Detto anche Bagatto o Alchimista è la prima carta degli arcani maggiori.
É facile da individuare perché è sovrapposta a quella della Papessa ed è rappresentata come un viso, una sorta di maschera, con una mano alzata, interamente ricoperto di specchi.
Cosa simboleggia?
Nella tradizione delle carte, il Mago rappresenta l’unione del divino con il terreno ma anche la creatività.
L’alchimista è colui che trasforma gli elementi, che è padrone di un sapere e lo mette al servizio degli altri. Non è quello che fanno gli artisti, ed in particolare Niki de Saint Phalle, dandoci la possibilità di visitare questo giardino?
Giardino dei tarocchi: la papessa
Questa scultura enorme richiama subito alla mente quella dell’orco nel giardino dei mostri di Bomarzo.
La Papessa, carta numero 2, viene rappresentata nel giardino dei tarocchi con la bocca spalancata, da cui fuoriesce l’acqua che alimenta la fontana, e i capelli in disordine. All’interno della bocca di questa scultura si trova la vera papessa.
Cosa si trova al suo interno?
In una grotta stellata in cui l’acqua crea bellissimi riverberi di luce, sta una figura ammantata che sembra quasi viva. È lei la vera papessa del giardino dei tarocchi, colei che custodisce saperi inconsci e i segreti che non possono essere rivelati.
Questo arcano rappresenta la dualità, qualcosa di segreto che non deve essere rivelato ed è sempre disegnata come una sacerdotessa seduta.
L’acqua è spesso legata alla figura della luna e, di conseguenza, è associata alla donna. A me ha ricordato un pò la medusa di Caravaggio o la medusa dei Musei Capitolini.
Tu che interpretazione daresti alla papessa?
Giardino dei tarocchi: l’imperatrice
La scultura dell’imperatrice del giardino dei tarocchi è davvero mastodontica.
La carta numero 3 degli arcani maggiori è una vera e propria abitazione. Fù qui che alloggiò Niki de Saint Phalle durante la realizzazione del giardino insieme a suo marito e agli amici che le facevano visita.
La figura dell’imperattrice, ricoperta di ceramiche coloratissime, è facilmente assimilabile alle Nanas rappresentate in numerose installazioni dall’artista. Prosperosa ed enorme, non credo sia un caso che sia stata scelta come abitazione.
L’Imperatrice del giardino dei tarocchi rappresenta infatti la maternità, la fecondità e la femminilità. È colei che dà la vita e dentro la quale prendono vita le cose, la forza creatrice.
La cosa che mi è piaciuta di più di questa installazione è che la casa è tutta fatta di specchi. Mi hanno fatto innamorare a prima vista.
La forza
Questa installazione del giardino dei tarocchi è in assoluto la mia preferita.
Si tratta di un gigantesco drago di specchi verdi, con ali rosso fuoco, che digrigna i denti davanti ad una donna vestita di bianco. La donna sembra tenere il drago al guinzaglio anche se in realtà non si vede.
La forza è la carta numero 11 dei tarocchi. Di solito la giovane vestita di bianco è ritratta con un 8 orizzontale, simbolo dell’infinito, nell’atto di aprire la bocca ad un leone.
L’interpretazione che ne ha dato Niki de Saint Phalle mi ha fatto subito pensare ad una rivisitazione dell’opera di Paolo Uccello San Giorgio e il drago. Qui una giovane dama tiene al guinzaglio un enorme drago e sembra voler fermare il cavaliere che lo sta trafiggendo.
La forza, quella vera, è addomesticare ed ammansire la bestia più spaventosa di tutte: noi stessi. La forza vera è essere padroni di sé, dei propri istinti, del proprio destino, dei propri impeti.
Il bianco dell’abito della donna rappresenta la purezza d’animo e di intenti, quella che serve per imparare ad essere forti davvero.
In questa interpretazione il guinzaglio invisibile che lega i due personaggi sembra essere più che presente.
Penso che, essere rimasta così affascinata da quest’opera, voglia dire che devo ancora lavorare molto su me stessa prima di arrivare al punto di tenere al guinzaglio il mio drago interiore.
Ho riflettuto molto su questo punto.
Si vedrà!
Il sole
Dall’altro lato della piazza c’è una porta enorme, con una rappresentazione del sole. Carta numero 19, il sole è il simbolo dela vittoria, dei successi, la luce benefica e vitale.
Per visitare il giardino dei tarocchi dovrai necessariamente passarci sotto.
Niki de Saint Phalle scrisse che ha rappresentato un uccello perché sono gli esseri che si avvicinano di più al sole. Io invece l’ho visto ed interpretato subito come se fosse una fenice, l’uccello leggendario che rinasce dalle proprie ceneri.
Alla fine chi più del sole può simboleggiare la “resurrezione” intesa come rinascita, fisica, emotiva o spirituale?
Il papa
Nei tarocchi, il Papa rappresenta il sapere spirituale.
Qui l’artista lo ha raffigurato come un santo, un eremita, un illuminato insomma. Sulla base della struttura su cui è inginocchiato, c’è un viso con il terzo occhio aperto, simbolo proprio di illuminazione spirituale.
Tradizionalmente il Papa dei tarocchi è ritratto mentre insegna a due monaci, assumendo quindi anche il significato di maestro o guida. Qui ad imparare da lui è una figura femminile molto colorata che solleva lo sguardo verso la triplice croce.
Il fatto che sia la carta numero 5 dei tarocchi rappresenta anche la quintessenza o quinto elemento, la parte spirituale che è difficile spiegare.
L’appeso
L’appeso si trova all’interno del giardino dei tarocchi in una sorta di nicchia di specchi, i contorni colorati e il corpo evanescente, appeso per un tallone. La 12esima carta dei tarocchi non è altro che un giovane appeso a testa in giù che sembra però calmo e tranquillo.
In effetti a questa carta si associa l’equilibrio e il punto di vista “alternativo”, quello che può avere una persona appesa al contrario.
Talvolta viene chiamato l’impiccato, anche se non è impiccato veramente. Viene interpretato come un anticonformista, una persona che vive la sua vita incurante del giudizio degli altri e capace di trovare, comunque, un equilibrio.
Si tratta di una delle figure più enigmatiche del giardino dei tarocchi.
L’eremita
Niki de Saint Phalle ha pensato l’eremita come una statua quasi trasparente.
Quest’uomo in cerca della propria spiritualità e dei segreti della vita è rappresentato con un bastone che somiglia molto ad un caduceo.
É la carta numero 9 e rappresenta la saggezza e la ricerca interiore. L’artista dice che ha pensato l’oracolo come la versione femminile di questa carta (che non esiste nei tarocchi tradizionali).
La scultura dell’oracolo la troverai più avanti salendo la collina.
La giustizia
Mi è piaciuta tantissimo l’interpretazione della carta numero 8 dei tarocchi, la giustizia.
L’artista l’ha pensata come un’enorme donna vestita di bianco e nero (bene e male), che tiene in mano una bilancia, costituita dai suoi stessi seni.
Nella sua mastodontica gonna c’è una nicchia, chiusa da un cancello, in cui si muovono ingranaggi di un meccanismo ideato dal marito di Niki, Jean Tinguely.
Questa macchina stride e fa un rumore orribile, tra crani di animali e strani ingranaggi che sembrano arrugginiti.
Nel visiatare il giardino dei tarocchi, la prima cosa che mi è venuta in mente guardando statua della giustizia è che essa contiene in sé sempre anche una parte di ingiustizia, non essendo mai tutto bianco e nero ma di tante diverse sfumature.
Ma forse c’è di più!
Andrea, il mio compagno, l’ha vista come un modo di rappresentare gli arruginiti e complessi meccanismi per arrivare alla giustizia, gli anni di processo, di accuse e controaccuse e così via. Quello che è certo è che non si parla solo di giustizia in senso generale ma soprattutto di essere giusti e capaci di giudicare sé stessi.
Come ho detto all’inizio, la lettura “simbolica” dei tarocchi spinge all’analisi di sé stessi in primis e la giustizia è quella che dobbiamo trovare con il nostro comportamento, ogni giorno.
La stella
Concepita come una fontana, questa statua è incompleta ed offre un’interessante occasione per capire il processo di creazione delle sculture all’interno del giardino dei tarocchi.
I bordi della vasca sono infatti privi delle maioliche colorate.
La carta dei tarocchi rappresenta una giovane donna nuda che versa acqua da due brocche, una che alimenta i fiumi della terra e un’altra uno specchio d’acqua.
La stella è la 17esima carta e nel visiare il giardino dei tarocchi ti renderai conto che è una delle poche che sorride.
Simbolicamente è associabile al fluire della vita e della natura ma anche del tempo.
Gli innamorati
La carta numero 6 è quella degli innamorati che l’artista ha rappresentato come Adamo ed Eva. Questa scultura simboleggia la carta della scelta, una scelta consapevole.
Una giovane coppia che si trova a compiere una scelta: giusta o sbagliata?
Personalmente trovo che la scelta di rinunciare a tutti i piaceri, agli agi, sia pure alla vita eterna per SAPERE non sia per niente sbagliata.
Ovviamente è la strada più difficile da percorrere ma, come disse Dante, fatti non fummo per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.
A questo ho pensato quando ho visitato il parco dei Tarocchi.
L’imperatore
Non puoi visitare il parco dei Tarocchi senza soffermarti sull’imperatore.
Inserito in un’architettura visionaria fatta di due livelli che si aprono su una corte interna, l’imperatore è quella grossa scultura rossa e dorata.
La quarta carta dei tarocchi rappresenta l’uomo inteso come energia e potere maschile. É inserito in una sorta di chiostro visionario molto simile alle architetture di Gaudì al Parque Guell, con tanto di fontana al centro, specchi, maioliche e colonne, scacchiere e teschi che ricordano quelle del dia dos muertos messicano.
La torre
Poco lontano dall’imperatore sorge la torre, XVI arcano.
Rappresenta la torre di Babele e, ce lo dice Niki de Saint Phalle stessa, è una costruzione fisica e mentale che deve essere abbattuta per guardare oltre.
In che senso abbattuta?
Se guardi in alto,troverai una scultura in ferro che rappresenta il fulmine che la colpisce e la distrugge.
Ho pensato che fosse un pò la rappresentazione della vita: a volte le nostre certezze crollano ma solo per essere ricostruite su basi più solide.
Questa è una delle opere più grandi di tutto il parco dei tarocchi. Le dimensioni sono impressionanti e sembra davvero caderti addosso!
Il giudizio
All’interno della cappella sovrastata dalla temperanza, vi è una rappresentazione del giudizio, inteso non solo come giudizio universale ma anche come vita dell’essere umano.
É infatti rappresentato su uno specchio con tre diverse figure che possono essere lette come le tre età dell’uomo o tre persone di etnie diverse, africana, asiatica ed europea.
Questi tre uomini sono tutti davanti ad una tomba.
Il giudizio è l’arcano 20 dei tarocchi e ribadisce il concetto di uguaglianza: siamo tutti uguali davanti alla morte e al giudizio “superiore”.
Il carro
Il carro dei tarocchi rappresenta la vittoria.
Questa istallazione è stata pensata dall’artista come una piccola scultura all’interno della casa-imperatrice.
Il carro della vittoria mi fa sempre pensare a quello che veniva condotto dai generali romani di ritorno dalla guerra, acclamati e lodati dal popolo.
Dietro ai generali c’era però un servo che gli sussurruva “hominem te esse memento” ossia “ricordati che sei solo un uomo“.
Perché?
Perché la vittoria è un’ingannatrice e bisogna imparare a stare sul carro senza lasciarsi trascinare via da lui.
Un monito e un insegnamento da non sottovalutare!
La temperanza
Concepita come una cappella privata, la temperanza getta acqua tra due brocche.
Rappresenta la calma, la responsabilità ma anche la consapevolezza e la pazienza. La XIV carta degli arcani maggiori non a caso è associata al raccoglimento e all’introspezione della religione: è all’interno di noi stessi, grazie a pazienza e contemplazione, che troveremo la pace.
Le mura della cappella sono ricoperte di specchi. Io l’ho visto come un ennesimo invito a guardare dentro sé stessi.
Tu cosa ne pensi?
La luna
La scultura della luna del parco dei tarocchi mi ha un pò delusa.
Questa carta, la 18, è uno spicchio da cui emerge un profilo femminile, sostenuto da una sorta di granchio o aragosta e mi ha ricordato le opere di Dalì. La sua rappresentazione richiama anche il segno zodiacale del cancro e allo stesso tempo l’acqua, alla quale la luna è sempre legata.
Il significato della carta è l’immaginazione, anche inteso nel senso di estraneamento dalla realtà. Ci sono anche due cani sotto.
Non so, forse non l’ho capita bene, mi ha lasciata insoddisfatta.
La morte
La morte è la carta 13. Questa è una delle carte che in genere spaventano di più ma, in realtà, rappresenta un cambiamento profondo che sta per arrivare.
Ogni giorno una parte di noi muore per lasciare spazio a qualcosa di nuovo, vale per le idee, per la società e per le generazioni.
La morte è un’equalizzatrice democratica anche può apparire spietata. Nell’immaginario di Niki de Saint Phalle cavalca un destriero stellato e falcia tutto, animali, piante ed esseri umani.
É al di sopra di tutto e sempre in movimento.
Il diavolo
Questa scultura è inquietante come ciò che rappresenta.
Il diavolo dei tarocchi è legato ai piaceri terreni come il sesso ma anche all’uso di sostanze stupefacenti e alla perdita di controllo.
É l’opposto della carta degli amanti, quella in cui si proponeva una scelta.
Qui la scelta è stata palesemente sbagliata.
Il matto
Vuoti e pieni, colori fuori posto e un grande dinamismo caratterizzano la carta senza numero del mazzo dei tarocchi, il matto.
Rappresentato all’interno del giardino come un viandante o un giullare, il matto è colui che si è distaccato da tutto ciò che è terreno e vaga alla ricerca di qualcosa di più alto e irragiungibile.
Non a caso è la carta 0, o XXII, il principio o il compimento ultimo.
O tutte e due le cose?
Il mondo
L’ultima scultura del parco dei tarocchi è il mondo. Si tratta anche dell’ultima carta, la XXI.
Cosa simboleggia?
Il mondo rappresenta la vita, la creazione, il compimento.
L’artista lo rappresenta come un uovo, simbolo di vita ma anche di perfezione, avvolto da un serpente che richiama il caduceo della medicina ma sopratutto l’uroboro,il serpente che si morde la coda, simbolo dell’infinito.
Un meccanismo fa ruotare la scultura che sembra ascendere verso l’alto.
Questa scultura è il termine di un percorso iniziatico ed interiore che ci ha lasciato questa artista così visionaria ed originale!
Altre sculture del Giardino dei Tarocchi
l giardino non si esaurisce nelle carte dei tarocchi e nei significati che possiamo leggervi.
Se fai attenzione, lungo il percorso si trovano altre installazioni minori come l’oracolo o il gatto Ricardo.
Persino la targa all’entrata ti parlerà del progetto dell’artista, della sua visione della vita e dell’arte, oltre che dei tarocchi e dell’esoterismo.
I legami che formano le sue sculture/architetture, il percorso che si snoda tra pavimenti ricoperti di frasi, firme, poesie, geroglifici e scacchiere, tutto fa parte di un progetto assolutamente visionario.
Una cosa è certa: per me è stata un’ispirazione e uno spunto di riflessione incredibile!
Lo sarà anche per te?
Come arrivare al giardino dei Tarocchi
Il giardino dei tarocchi non è ben segnalato ma si trova non lontano da Capalbio, in Toscana. Si trova in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina.
Se ti stai chiedendo come arrivare al giardino dei Tarocchi da Roma è semplice: basta prendere l’E80 o Aurelia in direzione nord.
Molto comoda l’autostrada da Civitavecchia.
Giardino dei Tarocchi biglietti
Il prezzo dei biglietti per entrare al giardino dei Tarocchi è 12 euro per gli adulti, 7 euro ridotto. Trovi le informazioni sull’orario di apertura, il periodo in cui è visitabile e le riduzioni sul sito del giardino dei Tarocchi.
Non sono un’esperta di tarocchi e di esoterismo quindi penso di aver capito solo un decimo del significato reale che l’artista voleva dare a questo parco e alle sue sculture.
Da appassionata di arte però ti assicuro che sono bellissime anche per chi non ha ancora approfondito l’argomento, come me.
Bisogno d’aiuto?
Stai programmando di visitare il Parco dei Tarocchi e hai bisogno di qualche altro consiglio?
Se vuoi prenotare un hotel, alcune attività o biglietti, scrivimi pure nei commenti il budget che hai a disposizione e le date a cui sei interessato.
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6 risposte
Ciao Sara, grazie per il tuo commento! anche a me è piaciuto molto il parco e adoro Villa d’Este! Il bosco sacro di Bomarzo anche è molto affascinante ma devo dire che il giardino dei tarocchi mi ha lasciata davvero senza parole.
Siamo stati oggi al parco, era da molto un mio desiderio attratta dai colori e dagli specchi ma ci sono andata volutamente inconsapevole delle idee ed intenzioni dell’artista lasciando solo a me stessa l’interpretazione. Non essendo sicura di aver compreso ho cercato in rete ed ho trovato questo tuo articolo che mi ha chiarito un po’…. dico solo che mi accontenterei di un giorno ed una notte nel magico appartamento specchiato!
Grazie del tuo graditissimo articolo ho visto sia Villa d’Este a Tivoli che Il bosco sacro dei mostri di Bomarzo…molte similitudini con i bosco sacro, tutt’altro genere associandolo alla meravigliosa, ed architettonicamente ingegnosa (per il potere conferito all’acqua) Villa di Tivoli in cui ho lasciato il cuore.
Ciao, Chiara, grazie a te per aver letto e buona visita! A me è piaciuto davvero tanto ed è riuscito ad ispirarmi per i miei progetti personali, spero possa fare altrettanto con te ed il tuo ragazzo!
Sono della provincia di Grosseto, e fortunata per stare a due passi dal Giardino. Purtroppo, ci sono stata soltanto in una gita ai tempi delle elementari, e non ricordo molto se non che la giornata piovosa conferì alle sculture di un’atmosfera tetra. Sono capitata sul tuo sito per ripassare un po’, in previsione dell’imminente visita che farò: il mio ragazzo (che invece è del nord) ed io siamo appassionati di esoterismo, e tornare in questo parco sarà sicuramente un arricchimento alla vacanza in Maremma. Le interpretazioni che hai dato sono degli spunti davvero affascinanti! Grazie per aver scritto questo articolo.
Ciao Marco, grazie mille.
Te lo consiglio caldamente, è uno dei luoghi più strani e che ho visitato nel 2018 ed è stata una bellissima scoperta.
Non sapevo dell’esistenza di questo posto. Il tuo racconto, molto curato e dettagliato mi ha fatto venire la voglia di andarci.
Grazie. Ciao.