Mattia Preti: il più importante artista calabrese di tutti i tempi.

mattia preti

Mattia Preti fu uno dei maggiori pittori di successo del ‘600, tanto che ancora oggi molti lo considerano il più importante artista calabrese di tutti i tempi.

Le opere di Mattia Preti sono numerosissime, grazie agli oltre 60 anni di carriera. Il Cavalier Calabrese, così era chiamato Mattia Preti, è uno degli ultimi esponenti del caravaggismo romano. Dal suo maestro maestro apprende soprattutto il sapiente utilizzo della luce. Nelle sue opere infatti noterai sicuramente i dettagli messi in risalto da quei bagliori di luce che animano la scena e mettono in evidenza e gesti e le espressioni.

Nell’utilizzo della luce Mattia Preti è un vero maestro, soprattutto nelle opere chiaroscurali e drammatiche.

Visse a Roma, Napoli e Malta ma viaggiò tantissimo e per questo trasse ispirazione da diversi artisti.

Ti va di saperne un po’ di più su Mattia Preti?

Si parte!

La vita di Mattia Preti

Mattia Preti nacque nel 1613 a Taverna, in Calabria, da una famiglia “onorata“. In passato, la sua famiglia era stata ricca ma quando nacque era stata censita come ricca solo di virtù morali. Bisogna quindi immaginare che visse con qualche difficoltà economica i primi anni di vita che tuttavia non gli impedirono di essere istruito e di partire presto per Roma con il fratello Gregorio, anch’egli pittore.

Arrivato a Roma, Mattia Preti frequentò l’accademia di San Luca, studiò i dipinti di Caravaggio e dei caravaggeschi ed iniziò ad affermarsi come artista. Dipinse il coro di Sant’Andrea della Valle e lavorò in varie parti d’Italia.

Ma non restò sempre in Italia.

Mattia Preti viaggiò molto anche all’estero. Fu in Spagna, in Francia, in varie città dell’Italia settentrionale e nelle Fiandre. Restò a Roma per circa 30 anni, prima di trasferirsi a Napoli dove ricevette importanti commissioni. Nel 1659 si spostò a Malta dove divenne il pittore ufficiale dei Cavalieri di Malta e fu eletto cavaliere a sua volta.

Fu lui a dipingere la cattedrale di San Giovanni a la Valletta. Dopo vari viaggi, di cui uno a Roma per la morte del fratello nel 1672, Mattia Preti continuò a lavorare a Malta.

Pur essendo in età molto avanzata, dipinse fino al giorno della sua morte, il 3 Gennaio 1699.

Le opere di Mattia Preti

La vita di Mattia Preti è per alcuni aspetti assimilabile a quella di Caravaggio. Entrambi furono cavalieri di Malta, entrambi lavorarono a Roma, Napoli e Malta.

Ma la sua arte non fu influenzata solo da lui: studiò e prese spunto anche dagli emiliani, quali Domenichino, Lanfranco e Guercino. Il suo più grande maestro rimase comunque il fratello Gregorio, di 10 anni più grande. Realizzarono insieme numerose opere, nelle quali però spicca sempre Mattia, per originalità e dinamicità.

Tra le opere più importanti che realizzò, il periodo napoletano è sicuramente uno dei più interessanti. In queste opere, l’influsso di Caravaggio è particolarmente evidente sia nei corpi che nelle espressioni dei personaggi.

Ma uno dei momenti più significativi della vita di Mattia Preti è quello legato al suo trasferimento a Malta. L’artista giunse infatti sull’isola nel 1661, spinto dalla possibilità di ricevere delle importanti commissioni proprio dall’Ordine dei Cavalieri di Malta di cui faceva parte.

Non a caso, l’attività di Mattia Preti a Malta è estremamente produttiva,.

Tra le commissioni più importanti che ottenne, ci fu la decorazione della Concattedrale di San Giovanni Battista alla Valletta, dove realizzò dei dipinti estremamente belli sulla volta dell’edificio. Qui infatti sono rappresentate le storie di San Giovanni Battista, suddivise in 6 sezioni, per un totale di 18 storie.

 

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

3 risposte

  1. La “Bellezza”, è tutta intorno a noi, basta coglierla!
    Ma per farlo, bisogna utilizzare i più grandi doni che
    la natura ci ha messo a disposizione:
    i cinque sensi, per apprezzarla;
    il cervello per rispettarla;
    il cuore per amarla.

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