Paestum: 9 cose da vedere e da sapere su questo bellissimo parco archeologico

Se stai pensando di trascorrere alcuni giorni di vacanza in Cilento, ti suggerisco di non dedicarli solo a spiagge e relax. Lo so, il mare cristallino della Campania ti farà venire voglia di restare in acqua per giorni interi, ma questo territorio ha moltissime altre cose da offrire, tra cui il bellissimo parco archeologico di Paestum.

Se l’archeologia ti appassiona o semplicemente ti piace passeggiare e riscoprire il passato della nostra bella Italia, a Paestum troverai uno spettacolo meraviglioso. In questo luogo sono infatti conservati ben 3 antichissimi templi, circondati da un’intera città romana che ti farà venire in mente Pompei o le rovine di Ostia Antica.

Ma c’è di più!

Si, perché nel parco archeologico di Paestum non solo troverai i resti degli antichi templi greci, ma anche resti di un’epoca molto più antica. Già nella preistoria qui vivevano cacciatori e agricoltori, di cui si sono ritrovate perfino armi costruite con pietra scheggiata.

Pensa che nel museo archeologico di Paestum c’è un’intera sezione dedicata proprio ai reperti preistorici e alla civiltà “del Gaudo”, dal nome della necropoli che fu scoperta casualmente dalle truppe americane nel 1944.

Che ne dici, vuoi saperne un po’ di più?

Si parte

Cosa fare a Paestum

1 – Storia di Paestum

La città di Paestum si trova, o meglio si trovava, a circa 40 km a sud rispetto a Salerno, lungo la costa. Oggi si tratta di un sito archeologico di importanza notevole, tanto da essere riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, anche se poco visitato dai turisti che forse preferiscono le rovine di Pompei ed Ercolano.

Come avrai sicuramente capito, la città ha origini antichissime.

Lasciando da parte la preistoria, in origine la città si chiamava Poseidonia e venne fondata dai Greci nel VII secolo a.C.

Ricordi un po’ di storia?

Molto brevemente, questa zona faceva parte della Magna Grecia e fu teatro di numerose guerre. Paestum venne infatti prima conquistata dai Lucani e infine dai romani nel 273 a.C che la trasformarono in una fiorente colonia.

Pensa che la città era così importante da essere ottimamente fortificata.

I greci, infatti, avevano già costruito delle imponenti mura intorno al centro abitato, che furono poi ampliate e rinforzate sia dai lucani che dai romani. Tutta la cinta muraria è lunga circa 5 km con una profondità che arriva fino a 5 metri. Davvero sorprendente per una piccola cittadina.

Ma se la città era così importante, perché è stata abbandonata?

Il progressivo abbandono di Paestum iniziò già dall’età romana per concludersi definitivamente durante il Medioevo. Il motivo non è stata una guerra o una catastrofe naturale, ma il progressivo impaludimento della zona.

L’abbandono di Paestum

Qui vicino scorre infatti un piccolo fiume che, a causa delle costruzioni umane e dell’insabbiamento del porto, non riusciva più a sfociare correttamente nel mare. La zona divenne lentamente ma inesorabilmente un acquitrinio, tanto che gli abitanti di Paestum tentarono più volte di salvare la loro città costruendo canali, innalzando le strade e perfino le case.

Purtroppo rallentarono solo il processo!

Pian piano tutta la popolazione si spostò nella zona dove oggi si trova il tempio di Cerere, che era la più alta della città, fino ad abbandonarla completamente intorno al IX secolo in favore dei monti vicini.

Non ci crederai ma, nel corso dei secoli, si perse perfino la memoria di Paestum tanto che ci vollero quasi 1000 anni perché fosse riscoperta.

Vuoi sapere come?

Come per gli antichi resti della Villa di Tiberio a Sperlonga, anche Paestum venne scoperta grazie alla costruzione di una strada, voluta da Carlo di Borbone, che tagliò letteralmente l’anfiteatro in due permettendo la riscoperta della città antica.

Ma quindi cosa c’è oggi da vedere a Paestum?

Te ne parlo subito.

paestum parco archeologico

2 – Il tempio di Hera a Paestum

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Quando si pensa al parco archeologico di Paestum vengono subito in mente i suoi templi magnifici, e c’è un motivo. Ti assicuro che vederli dal vivo ti farà tutto un altro effetto che osservarne le fotografie!

Questi luoghi di culto risalgono circa al VI secolo a. C. e furono costruiti in un periodo in cui i greci abitavano le coste dell’Italia meridionale, la cosiddetta Magna Grecia. Una caratteristica importante è che tutti i templi di Paestum sono in stile dorico. Si capisce dai capitelli molto semplici, privi di decorazione, e per le forme molto possenti di tutta la struttura.

Tra questi 3 capolavori di architettura classica, il tempio più antico è quello dedicato ad Hera, sposa di Zeus, e risale circa al 560 a.C.

Come facciamo a sapere che è il più antico?

La risposta è molto semplice.

Si tratta, infatti, dell’unico dei 3 templi che presenta una fila di colonne al centro. Le colonne servivano ovviamente per sostenere il peso del tetto ma questa tecnica scomparve successivamente grazie alle nuove scoperte in campo architettonico.

parco archeologico di paestum

3 – Il tempio di Athena

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Il tempio di Athena è il più piccolo dei tre templi di Paestum ma ha un grande fascino dovuto sia alla straordinaria fattura sia perché è stato convertito in chiesa. Nel Medioevo infatti la struttura è stata rimaneggiata e ancora oggi custodisce, lungo il muro esterno, 3 tombe di origine cristiana.

Il tempio in realtà è stato per anni attribuito alla dea Cerere ma, grazie al ritrovamento di numerose statuette in terracotta dedicate alla dea Athena, oggi se tende proprio ad attribuirlo alla dea della saggezza.

Nonostante sia di modeste dimensioni, il tempio di Athena a Paestum è realizzato seguendo un innovativo sistema di proporzioni che lo rendono il più armonico dei 3.

Vuoi sapere una curiosità?

Nella cella in fondo al tempio era custodita una grande statua della dea. Durante le cerimonie, celebrate sugli altari di pietra all’esterno, le porte del recinto in cui era custodita la statua venivano aperte perché potesse “assistere” alla cerimonia.

Paestum, all'interno del parco archeologico sotto l'arco dell'anfiteatro romano

4 – Il mistero del tempio di Poseidone

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Il tempio di Poseidone a Paestum è il più grande del parco archeologico ed è anche quello meglio conservato. Le sue magnifiche colonne, alte 9 metri, hanno una caratteristica che non tutti notano. Sono infatti scanalate per alleggerire la struttura e slanciarla. Per lo stesso motivo presenta un basamento di tre gradini, che rialza il luogo di culto rispetto al suolo di almeno un metro e mezzo.

Quando passeggerai al suo interno ti renderai facilmente conto del luogo in cui era custodita la statua del dio, circondata da un recinto. Una fila di colonne interne divide infatti il tempio in tre parti. Il tetto è scomparso perché era in legno, ma sono rimasti intatti i timpani (i grandi “triangoli” che sostenevano il tetto).

É impressionante la mole delle pietre, sovrapposte e senza malta, che hanno resistito a terremoti e calamità per due millenni e mezzo!

Il tempio di Nettuno a Paestum custodisce tuttavia un mistero irrisolto. Non è infatti ancora chiaro a chi fosse dedicato realmente.

Le fonti antiche non sono in grado di aiutarci con l’esatta attribuzione, le statue degli dei ovviamente non ci sono pervenute e i ritrovamenti di statuette votive lasciano comunque il dubbio.

Quest’ultime possono far pensare che fosse dedicato ad Hera, protettrice della città, o a suo marito Zeus, padre di tutti gli dei e re dell’Olimpo. Altri hanno teorizzato che il tempio fosse dedicato ad Apollo, dio delle arti.

Ma allora perché viene attribuito al dio del mare?

Il più grande dei templi di Paestum viene detto tempio di Poseidone proprio perché l’antico nome della città era Poseidonia. L’attribuzione fu proposta nel XVIII secolo, quando il fascino antico di queste strutture fu riscoperto, ed è rimasto immutato da allora. Si pensò infatti che, dato il nome della città, il dio del mare potesse essere venerato nel tempio più grande.

Non ci sono comunque prove schiaccianti a favore di nessuna di queste ipotesi.

parco archeologico di paestum, il mistero del tempio di poseidone

5 – La tomba del tuffatore e i resti della civiltà lucana

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Non sappiamo con precisione quando i Lucani, popolazioni italiche dell’entroterra montuoso, attaccarono e conquistarono Poseidonia. Sappiamo però che la chiamarono Paistom e che rispettarono l’impianto di Poleis che i loro predecessori greci avevano fondato. Venerarono perfino gli stessi dei e la tomba dell’eroico fondatore, l’heroon, continuò ad essere omaggiata con offerte e tributi.

Insomma, dopo la prima conquista di Paestum, le due comunità letteralmente si fusero in una sola sia dal punto di vista culturale che artistico. Come potrai vedere dalle bellissime tombe greche e lucane, i motivi decorativi delle due civiltà non sono ben distinguibili.

La più famosa opera di questo periodo è la famosa tomba del tuffatore, risalente al V secolo a.C. che si trova all’interno del museo archeologico di Paestum. É importantissima non solo per la realizzazione artistica, ma anche perché è una testimonianza delle nuove teorie sull’aldilà che si andavano diffondendo.

I greci pensavano infatti all’altro mondo come un posto oscuro e triste. L’Ade non era per nulla immaginato come il nostro Paradiso e sulle tombe venivano spesso raffigurate donne che si strappavano i capelli, compianti, scene del funerale assieme a terribili mostri.

E poi?

Verso il V secolo, una serie di nuove dottrine legate all’orfismo cambiarono lentamente il modo di vedere la morte, che cominciò ad essere interpretata come un rito di passaggio, una liberazione dell’anima dal corpo.

Proprio per questo, nella tomba del tuffatore, troverai un giovane che letteralmente si “tuffa” nel mondo dei morti con il sorriso sul volto. Attorno a lui non ci sono più scene tristi ma un gioioso banchetto senza dolore.

La tomba del tuffatore nel museo archeologico di Paestum

6 – Resti romani a Paestum

Quando i romani conquistarono Paestum, a loro volta rispettarono l’impianto greco, i templi e le antiche strutture. Come ti dicevo, ricostruirono perfino la cinta muraria arrivando a circa 5km di lunghezza, con 4 porte, 28 torrette e un’altezza di circa 7 metri.

Nonostante i secoli, è ancora imponente!

Sai che sono ancora presenti moltissimi resti romani?

I resti della città romana di Paestum sono visitabili e ben distinguibili nell’area del foro, l’anfiteatro, la piscina, le varie abitazioni e le strade lastricate. Con l’arrivo del cristianesimo venne perfino costruita una nuova basilica paleocristiana e probabilmente anche i templi furono convertiti al nuovo culto.

Nel ‘700, quando emerse l’interesse per l’archeologia e le antiche civiltà, tutti i colti studiosi dell’epoca si recarono a Pompei e Paestum per studiarne le strutture. Questi templi all’epoca erano creduti le strutture più antiche al di fuori dell’Egitto e divennero ben presto famosissime tappe del Grand Tour.

Strada romana lastricata all'interno dell'area archeologica di Paestum

7 – Il museo archeologico di Paestum

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Nell’antichità, Paestum era molto più vicina al mare di quanto non lo sia ora ed il fiume che vi scorreva la rese insalubre, contribuendo all’abbandono della città. Nel museo ti verrà spiegato tutto, a partire dalla riscoperta settecentesca, con le splendide rappresentazioni che ne fece Piranesi (si, lo stesso della villa del priorato di Malta).

La parte che mi è piaciuta di più del museo?

Di sicuro le metope dell’Heraion sul fiume Sele, con le fatiche di Ercole, brani della guerra di Troia e altre scene mitologiche. Le tombe sontuosamente decorate e i corredi funebri molto ricchi sono senz’altro interessanti, ma ho trovato un vaso assolutamente incredibile, rappresentante la nascita di Venere, che mi ha lasciata di stucco!

Ma c’à anche un altro particolare che sicuramente ti stupirà!

All’interno del museo archeologico di Paestum potrai scoprire una bellissima ricostruzione in 3D dei templi, che ti faranno vedere come erano decorati e scoprirai che le architetture classiche erano terribilmente “kitsch”.

Anche se non c’erano decorazioni scultoree, né nei timpani né nelle metope, non devi pensare che i templi di Paestum fossero spogli così come li vediamo noi oggi. Erano infatti ricoperti da uno stucco bianco e colorato.

Se fai attenzione potrai notare infatti le tracce della colorazione rossa e blu e forse vi erano anche motivi vegetali ad arricchire gli spazi vuoti. Anche le statue erano completamente colorate tanto da dover sembrare vere. Sicuramente l’effetto era molto vivace, quasi kitsch, diremmo oggi!

8 – Quando andare a Paestum e come arrivare

Secondo me il periodo migliore per visitare il parco archeologico di Paestum è l’estate. Io l’ho visitato durante la mia settimana di vacanze in Cilento e, nonostante fossimo in alta stagione, c’erano pochissime persone ad aggirarsi per le antiche rovine.

Probabilmente il parco è molto più affollato durante il periodo scolastico, perché le scuole organizzano spesso gite in questo luogo fantastico, o almeno lo spero.

L’unica cosa che mi sento di consigliarti è di non visitare il parco in una brutta giornata di pioggia. Non ci sono infatti dei posti in cui ripararsi ed il terreno diventa particolarmente accidentato e fangoso (ricordi la storia dell’acquitrinio?)

Ma come arrivare?

Per arrivare a Paestum ti consiglio di seguire l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e di uscire a Battipaglia se vieni da nord o Eboli se invece arrivi da Sud. A questo punto dovrai prendere la statale 18 e poi seguire i cartelli fino ad arrivare al parco archeologico. Per arrivare a Paestum da Salerno invece puoi prendere direttamente la strada provinciale SP175 e goderti lo splendido panorama lungo la costa.

Informazioni pratiche

Indirizzo del parco archeologico: via Magna Grecia, 917 84047 Capaccio (SA)
Orari: il parco è visitabile tutti i giorni dalle 9 fino ad un’ora prima del tramonto mentre la biglietteria chiude due ore prima.
Costi: Il biglietto che comprende il museo ed il parco archeologico costa 6€. Un prezzo davvero irrisorio considerando la bellezza di questo luogo.

All'interno del tempio di Poseidone a Paestum

parco archeologico di paestum (13)

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Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

5 risposte

  1. Finalmente un racconto di paestum e della sua storia non scolastico, si percepisce la passione per l’arte. Bravissima. Io sabato prossimo finalmente mi immergerò in questo incanto rileggendo in treno. Grazie