6 motivi per cui fare un’esperienza di vita all’estero é fondamentale

visuale di parigi da notre dame

Hai mai pensato di fare un’esperienza all’estero e scoprire come si vive altrove?

L’Italia è un paese meraviglioso, sono la prima ad essere innamorata dei suoi stupendi paesaggi, dei suoi mari e dei bellissimi monumenti. Tuttavia quando si è appassionati di viaggi, o si è alla ricerca di un’avventura diversa dal solito, è normale desiderare di fare un’esperienza di vita all’estero, per un periodo più o meno lungo.

Lo so, vivere all’estero puo sembrare una scelta difficile e spaventosa ma ha dei risvolti molto interessanti e sarà un’esperienza che non potrai mai più dimenticare.

Come faccio a saperlo?

Semplice, a 18 anni avevo già deciso di trascorrere almeno un mese all’estero e in seguito ho avuto la possibilità di vivere per due anni a Parigi. Infine, dopo tre anni di nuovo in Italia, ho deciso di tornare a vivere in Francia, prima nella piccola città di Caen e adesso nella bellissima capitale francese.

Vuoi saperne di più?

In questo post ti racconto la mia esperienza da expat, le ragioni che mi hanno spinta a vivere all’estero e perché lo consiglio a tutti i miei amici.

Si parte!

1 – Vivere all’estero ti renderà più flessibile

Vivere all’estero ti renderà più flessibile e più adattabile verso ogni genere di situazione semplicemente perché dovrai adeguarti a qualcosa di diverso da ciò a cui sei abituato. Uscirai dalla comfort zone e quindi, inevitabilmente, crescerai.

Dalla lingua alla cucina, dalla mancanza di bidet al modo di vestire… tutto all’inizio ti sembrerà diverso, ma ti adatterai.

L’essere umano si adatta a qualunque situazione e scoprirai che riuscirai a cambiare abitudini, a ritrovarti una routine. Andrai oltre i tuoi limiti e cercherai soluzioni per adeguare le situazioni ai tuoi bisogni. Imparerai, progredirai e diventerai più forte e consapevole delle tue capacità.

2 – Vivere all’estero ti metterà alla prova

Vivere all’estero ti metterà alla prova tutti i santissimi giorni, soprattutto all’inizio. Magari per cose stupide che in Italia consideriamo banali, come quando hai voglia di preprare una pizza e scopri che il lievito di birra non si trova da nessuna parte.

Come il coraggio di rispondere al telefono e sapere che capirai poco o niente di quello che ti diranno. Come il terrore di compilare dei documenti nel tuo paese ospitante, leggendo e rileggendo all’infinito per essere sicuro di quello che stai per firmare.

E queste tre cose mi sono successe solo nell’ultima settimana.

Ci sono dei giorni in cui mi domando chi me lo abbia fatto fare di lasciare l’Italia e vivere in Francia, poi vado avanti e capisco che in realtà mi sta bene così. Sono più felice, mi sento più viva.

Dovrai tenere duro, contare solo sulle tue forze e, quando ti sembrerà di non farcela, continuare ad andare avanti. Ti sentirai solo, perché magari non conoscerai nessuno, ti sentirai male e non saprai chi chiamare, piangerai e non ci sarà nessun amico da cui andare per fare due chiacchiere. E sarai costretto a cercare una soluzione, ad andare oltre i tuoi limiti. A conoscere nuove persone.

Eh si, alla fine troverai anche il lievito per la pizza… ma non prima di aver girato per almeno una decina di supermercati.

Chi la dura la vince.

troyes-Elisa

3 – Conoscerai nuove persone e nuovi modi di vivere

Le persone che incroci in viaggio ti sembreranno provenire da un altro universo ma gli amici che incontrerai durante un’esperienza all’estero diventeranno la tua “famiglia” in quel posto. Scoprirai storie e passati uguali e opposti al tuo. Ascolterai e racconterai. Organizzerai serate pasta alla carbonara per insegnargli la vera ricetta e poi serate di cucina tipica del tuo nuovo amico.

Sentirai parlare bene e male del tuo paese e, se hai incontrato persone intelligenti, vi divertirete a distruggere i pregiudizi che avete gli uni sugli altri, o a confermarli e riderci su. Scambierai esperienze, pensieri e ricordi e ne costruirai di nuovi insieme.

Uscire dalla comfort zone è anche questo, conoscere persone con passati diversi, abitudini diverse, idee diverse e, talvolta, farle proprie.

serata a caen

4 – Imparerai nuove lingue

Vivere all’estero vuol dire fare i conti con una lingua che non è la tua, ogni giorno. Per quanto tu possa averla studiata bene non capirai mai tutti i doppi sensi, le espressioni e le battute che ti faranno le altre persone.

Sì, in un primo momento sarà frustrante, ma ti servirà a migliorare, ad imparare nuove parole, nuove espressioni.

Vuoi un consiglio?

Fai delle figuracce, fanno parte dell’esperienza. Anche quelle ti renderanno più forte e più consapevole. Buttati, è l’unico modo per imparare.

A volte ti sentirai come un bambino, incapace di esprimerti correttamente ma cambierà per sempre il tuo modo di approcciarti agli stranieri che proveranno a parlare la tua lingua. Se sarai preso in giro, imparerai a non prendere in giro gli altri per il loro accento e ad avere rispetto e consapevolezza degli sforzi che richiede parlare una lingua non tua.

Se questa cosa della lingua ti spaventa ti racconto la nostra esperienza a Parigi!

Quando abbiamo deciso di partire io parlavo già bene il francese perché lo avevo studiato a scuola e approfondito in seguito. Andrea invece non parlava una parola di francese e anche il suo inglese zoppicava.

Quando mi disse che sarebbe venuto con me ero terrorizzata!

Siamo arrivati a Parigi il primo luglio del 2013 a settembre non solo parlava abbastanza bene la lingua da farsi capire, ma aveva anche trovato lavoro e vinto una borsa di studio per un master in una scuola privata. Non so come abbia fatto, la sua capacità di apprendere velocemente mi stupisce ogni giorno! Poche settimane di corso intensivo gli hanno dato le chiavi per poter comunicare: certo il francese è simile all’italiano, ma le lingue si imparano, non mettere limiti e scuse se hai voglia di partire!

Ecco, vivere all’estero di metterà difronte a sfide di questo genere e farà venire fuori non solo il tuo carattere, ma soprattutto la tua voglia di farcela.

Ma c’è di più.

Si dice che parlare più lingue significhi vivere molte vite, e ti posso assicurare che è esattamente così! Parlare una lingua diversa ti aprirà a dei nuovi concetti perché ci sono parole intraducibili nelle altre lingue così come in certe forme dialettali.

Da romana posso dire che un “daje” può essere positivo quanto ironico, un incitamento quanto una minaccia. Daje non è traducibile davvero in italiano, figurati altre parole di altre lingue, espressioni di culture diverse!

vivere all'estero -elisa alla defence

5 – Vivere all’estero ti aprirà la mente

Tutti i grandi viaggiatori lo sanno: viaggiare apre la mente. Ti aiuta a capire, accettare ed apprezzare cio che è diverso da te. Ti rende più tollerante, più aperto alle novità, più intraprendente.

Vivere all’estero è esattamente questo.

Imparerai tantissimo sulla vita del posto, su usi, feste, piatti tipici… un bagaglio di tradizioni, da confrontare con quelle a cui sei abituato. Ti arricchiranno, ti apriranno la mente.

Imparerai che ci sono altri modi di vivere, incontrerai persone diverse, con bagagli culturali diversi. Assaggerai cose nuove, ti butterai in nuove esperienze. Capirai che tutti i pregiudizi che hai sulla cultura che ti sta ospitando non sono veri, solo alcuni. E ti verrà da ridere. Perderai i tuoi punti fermi e te ne creerai di nuovi.

Ti farà paura all’inizio, ma poi capirai che fa parte della vita, dell’esperienza e che è bellissimo perché siamo fatti per cambiare, non per rimanere sempre identici a noi stessi. Andare a vivere all’estero è un salto nel vuoto a volte, sai quello che lasci ma non sai quello che trovi.

Ed è proprio questo il bello!

Il bello è quello che troverai. Il bello è quando tornerai nel tuo posto d’origine e preparerai ai tuoi vecchi amici un piatto che non hanno mai assaggiato e gli spiegherai quali sono le differenze, come hai imparato a cucinarlo. Porterai quello che imparerai sempre con te, dentro.

petit palais a parigi

6 – Capirai che il concetto di “casa” è molto relativo

Cos’è che chiami “casa”?

Cos’è per te “casa”?

Quando avevo 17 credevo che ovunque sarei andata, per me casa sarebbe stata sempre l’Italia. Ora non la penso più così. Quando viaggio chiamo casa il posto in cui dormo. Se dico “torniamo a casa” può voler dire “torniamo in hotel, in campeggio, in camper, nell’appartamento”.

Casa è dove dormo.

Casa è dove ci sono le persone che amo.

Quindi per me casa è Roma, è Berlino, è Caen, è l’Umbria, è Parigi ed è Colonia.

In tutti questi posti ci ho lasciato pezzi di cuore, ci vivono pezzi del mio cuore e quindi sono “casa”. Quando ci penso dentro di me, sento di avere una casa in molti posti.

A volte è un po’ frustrante, a volte è solo bello.

casa

L’importanza di fare un’esperienza all’estero sin da giovani

Ho capito l’importanza di fare un’esperienza all’estero a 16, quando una mia compagna di classe passò sei mesi in Nuova Zelanda. Quando tornò parlava benissimo inglese ed era… cambiata. In meglio, intendo.

Mi ha raccontato quello che aveva fatto laggiù, quello che aveva visto, le esperienze che aveva vissuto. Per i miei 18 anni chiesi ai miei genitori di passare un mese a Parigi per studiare francese.

Beh, quel mese mi ha cambiato la vita.

Fare un’esperienza di vita all’estero per un adolescente potrebbe essere la cosa più formativa che abbia mai fatto. Ho imparato più in quel mese a Parigi a 18 anni che in mesi e mesi sui libri.

Non solo ho perfezionato il francese, ma ho anche incontrato persone da ogni angolo del mondo che mi hanno permesso di migliorare l’inglese, ho visitato monumenti, musei e posti che probabilmente mi hanno convinta, l’anno dopo, ad iscrivermi a storia dell’arte.

Quello che ti consiglio è di partire finché sei giovane, anche giovanissimo e senza amici con cui parlare italiano. Non sono ancora madre, ma sono convinta che quando avro un figlio lo spedirò a fare tutte le esperienze di vita all’estero che vorrà. Fai un anno scolastico all’estero, fai l’Erasmus all’università, fai un anno di studio o di lavoro altrove, fallo perché sarà dura, sarà difficile, ma poi sarà una delle scelte migliori che tu abbia mai fatto e ti aiuterà per sempre nella vita.

La mia amica che è andata in Nuova Zelanda al liceo ora parla 4 lingue, si è laureata in Danimarca, vive a Berlino ed ha viaggiato tutto il mondo. Si adatta ad ogni situazione, ha amici sparsi ovunque ed è una delle persone più incredibili che conosca.

elisa estero 2007

Fare un anno scolastico all’estero

Durante la mia carriera scolastica non ho avuto la possibilità di trascorrere un vero anno scolastico all’estero ma ho avuto la fortuna di partecipare ad uno scambio culturale, ed è stata una delle sperienze più belle della mia vita.

Ho conosciuto uno dei miei migliori amici, con cui ho girato mezza Europa e che, a distanza di anni, continua ad essere parte della mia vita.

Ma come fare questa esperienza?

Il modo più semplice per vivere un’esperienza all’estero fin dalle scuole superiori, senza attendere l’età giusta per l’Erasmus, è di affidarti ad alcuni professionisti che si occupano proprio di organizzare periodi di inserimento in high schools estere. Potrai partire per un trimestre di liceo all’estero, come anche per un intero anno scolastico, senza paura di perdere l’anno in Italia, perchè sono esperienze riconisciute dal Miur.

Ti consiglio quindi di visitare questo sito www.annoallestero.it dove troverai tutte le informazioni necessarie per fare un anno scolastico all’estero.

vivere all'estero albero Parigi

Perché fare un’esperienza all’estero

Ciascuno ha i suoi motivi e sono tutti validi. Magari per cambiare aria, per mettersi alla prova, o anche solo cercare condizioni di vita migliori. Magari per amore o per curiosità, magari perché semplicemente si ha il desiderio di provare qualcosa di nuovo.

Tutte le ragioni vanno bene e fare l’esperienza di vivere all’estero sarà sicuramente formativo.

In altre parole ti cambierà, in un modo o in un altro. Già i viaggi ci cambiano perché ci mostrano cose, concetti, sapori, oggetti che non conoscevamo. Se siamo persone intelligenti capiremo qualcosa, ci arricchiremo e porteremo questo bagaglio di esperienze con noi.

A me è bastato andare a vivere in Francia, una cultura vicinissima a quella italiana, per capire e cambiare tantissime cose nella mia vita.

visuale di parigi da notre dame

La mia esperienza all’estero

Vivere all’estero non è tutto rose e fiori. Ci sono aspetti positivi e aspetti negativi. Un sacco di burocrazia da affrontare, le complicazioni di fare un trasloco internazionale, di costruirsi una nuova vita.

Io ho vissuto a Parigi due anni per i miei studi e poi sono tornata in Italia. Tornare non era nei miei piani ma per ragioni di famiglia è andata così. Appena ho potuto sono ripartita per vivere sei mesi a Caen e poi ho deciso di tornare a Parigi.

Ora non so dove mi porterà il mio lavoro ma, ovunque sia, mi sta bene. Penso che vivere all’estero sia una delle esperienze più formative ed utili per me. Se avessi avuto il coraggio sarei partita molto prima, già al liceo.

vita a parigi

Bisogno d’aiuto?

Questo è quello che ho capito io vivendo all’estero, studiando e lavorando in un altro paese. Tu cosa ne pensi? Hai già fatto questo tipo di esperienza? Ti piacerebbe vivere all’estero?

Se hai domande o voglia di raccontare la tua esperienza, non esitare a scrivere nei commenti!

Non vedo l’ora di conoscere la tua storia.

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

7 risposte

  1. Ciao Elisa. Leggo il tuo blog mentre sono in metro per andare da una parte all’altra di Milano. Io ho 39 anni e, nonostante la mia famiglia e i miei parenti, amici, non mi abbiano fatto mancare nulla, riconosco con un sentimento di “invidia” (nel senso positivo) che forse questa è stata ed è una mia mancanza: essere andato all’estero solo 2 volte in vita mia. Una in viaggio di istruzione a Bruxelles nel 2001, l’altra a Strasburgo nel 1999.
    Oltretutto ho studiato alla scuola per mediatori linguistici.
    Adesso oltre ad essere concentrato su un posto fisso a tempo indeterminato presso un’azienda sanitaria nota a Milano, ho degli amici che hanno fatto e fanno un’esperienza simile alla tua. E non se ne pentono: lavorare a Istanbul, Africa, Belgio, America. Oltretutto la cosa che più mi blocca – rispetto a prima – è la paura di volare. Mentre prima ho preso un aereo, dopo due rinunce all’ultimo momento per la paura del maltempo ma soprattutto dell’ ignoto, sono ancorato a rimanere vicino casa. Riconosco che magari, più avanti, se riacquisto fiducia e stima di me stesso anche nel voler superare questo limite, un’esperienza fuori dall’italia, potrebbe farmi crescere. Anche parecchio e in modo significativo.

    Grazie mille dei tuoi consigli.

  2. Ciao Elisa, ho letto il tuo post e l’ho trovato di ispirazione.
    Sono in partenza dall’italia per un lavoro in Belgio. Il lavoro per cui ho lottato tanto in passato. Decidere di lasciare a casa (anche se solo per un periodo) la mia famiglia e la mia ragazza a 34 anni non è stato facile, soprattutto con la consapevolezza di dover tornare (la mia ragazza non può seguirmi) e di fare un esperienza lavorativa che difficilmente mi aprirà porte qui a Roma. Il punto è proprio questo, sto partendo per investire un periodo in qualcosa che al momento non è definito e ciò mi spaventa molto. In base alla tua esperienza, dove sbaglio?
    Grazie!

    1. Ciao Angelo, ti rispondo io che Elisa in questo momento non sta seguendo molto il blog. All’epoca in cui ha scritto questo articolo penso che ci eravamo appena trasferiti a Parigi. Io avevo 26 anni (e non parlavo una parola di francese), Elisa 24 ed ovviamente eravamo spaventato all’idea di lasciare tutto per ricominciare da un’altra parte. Ma sapevamo che lo stavamo facendo per il nostro futuro. Adesso, quasi 10 anni dopo, viviamo ancora in Francia e sinceramente è stata una delle decisioni migliori della nostra vita. La paura è più che normale perché devi uscire dalla tua confort zone ma ti assicuro che, anche solo a livello di esperienza lavorativa e professionale, ne varrà la pena. E ti aprirà molte più porte di quelle che avresti restando in Italia.

  3. Ciao Elisa! :)

    Ho trovato il tuo post veramente bellissimo, penso che sia qualcosa che ogni mio coetaneo (ho 22 anni) debba almeno tenere in considerazione durante la propria esistenza. Proprio per poter dire che ha scelto la migliore fra le possibilità che ognuno di noi ha in potenza.

    Inoltre mi ha folgorato l’esempio della tua amica: esperienza in Nuova Zelanda, laureata in Danimarca e vive a Berlino.
    Mi ha particolarmente colpito perché ha ripercorso dei paesi che a me proprio mi interessano: i paesi del continente Oceania, la cultura Tedesca e lo standard di vita dei paesi Scandinavi (Danimarca).
    Spesso siamo noi stessi a renderci le cose più difficili di quanto non siano realmente, infatti trovo che la tua amica abbia avuto una grande dose di coraggio nella sua scelta (che se non si fosse capito, è una cosa a cui aspiro)

    Mi chiedevo perciò come lei abbia fatto a frequentare gli studi universitari all’estero (preso infatti che lei fosse italiana) o per precisare meglio la mia domanda, è possibile tenere in considerazione di fare una università fuori dall’italia ma pur sempre in europa se si è una persona con un’indole propensa a viaggiare ma non si conosce la lingua?

    So di aver avuto uno stile esplicativo molto confuso e poco chiaro, però non sapevo come porre la domanda nei migliori dei modi.

    Grazie tante in anticipo,

    Kristian

    1. Caro Kristian, certo che è possibile fare gli studi all’estero pur non conoscendo la lingua: ci sono corsi di laurea in inglese in moltissimi paesi. La mia amica non parla danese, si è laureata in inglese, in compenso ha imparato lo spagnolo perché ha fatto l’erasmus in Spagna (oltre al tedesco che ha imparato a scuola e che pratica vivendo a Berlino). Certo, almeno l’inglese lo devi conoscere.

      Se non parli nessuna lingua oltre all’italiano, ricordati che puoi impararla e che non c’è modo migliore di imparare una lingua che sul posto. Io stessa mi sono laureata in Francia e sto costruendo la mia vita qui: mi sono trasferita per la specialistica con il mio ragazzo e lui non parlava una parola di francese, dopo due mesi di corso intensivo, ha iniziato a lavorare in francese senza problemi.

      Questo è un periodo difficile per viaggiare e per fare progetti ma ti offre anche la possibilità di informarti bene e decidere come procedere. Sinceramente di consiglio di tutto cuore di approfittare appena potrai dell’opportunità di fare gli studi all’estero, tutti o una parte, sarà un arricchimento enorme sicuramente. In bocca al lupo!

  4. Ciao Elisa mi piacerebbe molto intraprendere questo tipo di esperienza, vorrei vivere viaggiando senza pormi alcun tipo di limite. Proprio come te vorrei costruirmi un’esperienza in Francia e pensavo una volta laureato alla magistrale di intraprendere un dottorato. Tu che consiglio mi daresti in merito?
    Saluti
    Francesco

    1. Ciao Francesco, io penso che fare un’esperienza all’estero sia un grande arricchimento. Per quanto riguarda il dottorato, segui le tue passioni: se ami la ricerca in Francia ci sono molte possibilità. Ora non so neanche in cosa ti laurei e quale sia il tuo campo, ma posso dirti che sia per lavorare che per studiare offre molto di più dell’Italia. Io me ne sono andata, poi sono tornata e poi sono scappata a gambe levate appena ho potuto dal nostro Paese perché (purtroppo!) non ti dà la possibilità di vivere e lavorare dignitosamente, almeno a chi è storico dell’arte.

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