5 opere che mi sono piaciute di più al Museo delle Belle Arti di Lione

Se stai per visitare Lione e vuoi farti un’idea sulle cose da visitare, ti consiglio di spendere almeno mezza giornata all’interno del museo delle belle arti, uno dei più importanti della Francia, con opere che vanno da Perugino fino ad arrivare a Rubens, Rodine e addirittura Picasso.

Al contrario del Museo Gallo Romano, che ti consiglio anche se si trova in un angolo sperduto della città, il museo delle belle arti di Lione si trova a Place des Terreaux, in pieno centro, ed è ospitato in un bel edificio del ‘600 che un tempo era un convento.

Oltre alla bellezza dell’edificio, qui troverai delle bellissime collezioni di pittura, scultura e perfino di arte antica, suddivise in più di 70 sale da visitare con calma, per gustarsi la bellezza delle opere esposte.

Ti segnalo anche che all’ingresso c’é un bellissimo cortile con un piccolo e delizioso giardino dove potrai fare una pausa e goderti il bel tempo in primavera ed estate.

Che ne dici, ti ho incuriosito almeno un po’?

Allora qui sotto ti racconto le 5 opere del Museo delle Belle Arti di Lione che mi sono piaciute di più, con una breve spiegazione.

Si parte!

Cose da fare a Lione

La Kore di Lione

La Kore del Museo delle Belle arti di Lione è stata ritrovata ad Atene in un’epoca non precisata ma sappiamo con certezza che ha più di 2500 anni. Le prime descrizioni di questa statua sono attestate a Marsiglia nel XVIII secolo ma sappiamo che fu rinvenuta nella capitale greca, perché successivamente furono riscoperti i frammenti della parte inferiore del corpo, ora al museo dell’acropoli di Atene.

Perché è speciale?

Questa ragazza (Kore) era una delle numerose statue votive a grandezza naturale che furono interrate nella cosiddetta colmata persiana. Devi sapere che, dopo i saccheggi e le devastazioni delle guerre persiane, gli ateniesi interrarono tutti i loro oggetti sacri, tra cui gli ex voto, per non farli trovare al nemico e quindi evitare che venissero rifusi o profanati.

Questa pratica è stata una vera e propria benedizione per i nostri archeologi, perché ha permesso di ritrovare reperti preziosi che sappiamo essere datati necessariamente prima del 480 a.C.

Le Korai (fanciulle) e i Kouroi (fanciulli) erano delle statue particolari e venivano rappresentate nell’atto di fare l’offerta alla dea Atena. Con in mano un frutto, un piatto o un uccello, come nel nostro caso, le ragazze erano rappresentate in piedi.

Ma non erano solo semplici statue.

Con l’avanzare delle tecniche di scultura, le pieghe delle vesti vennero ad esaltare sempre più le forme dei corpi rendendo la tridimensionalità e la plasticità dei volumi in modo sempre più accurato. Il sorriso cosiddetto “arcaico” illumina i volti sereni di queste antiche statue e la peculiarità della Kore di Lione sta nel fatto che sia una delle prime di influsso ionico.

Ecco una cosa che non tutti sanno!

Come quasi tutte le statue dell’antichità greca e romana, anche la Kore di Lione, in origine, doveva essere colorata, il che doveva far apprezzare i particolari degli orecchini, dei capelli e delle pieghe della veste.

la kore di lione

La pazza di Gericault

Géricault è famoso per aver dipinto la “Zattera della Medusa”, uno dei quadri più importanti del Louvre di Parigi. All’interno del Museo delle Belle Arti di Lione invece potrai trovare il dipinto de “La pazza”, che l’artista dipinse verso il 1820 insieme agli altri “alienati”.

Perché questa serie di opere si chiamano così?

Molto semplicemente perché i modelli utilizzati furono tutte persone con problemi mentali, con le “monomanie” per il gioco d’azzardo, l’invidia, il furto, la pedofilia o il comando militare.

L’interesse crescente degli artisti per gli studi che iniziavano ad essere condotti su queste figure emarginate della società, spinse ad indagare i lati più oscuri dell’intelletto umano che vengono portati efficacemente sulla tela dalla sensibilità del pittore.

Tra le tante opere conservate al museo delle belle arti di Lione, mi ha colpito il dipinto della monomaniaca dell’invidia grazie alla sua potenza espressiva.

Vi è ritratta una donna anziana, con gli occhi piccoli e cattivi, iniettati di sangue. Le spalle curve in avanti, sembra che stia per parlare e proferire qualche frase velenosa contro qualcuno.

Questo ritratto è doppiamente importante anche perché, all’epoca, si pensava che i tratti somatici o la forma del cranio potessero determinare la propensione o meno alla delinquenza, all’omicidio o alla pazzia. Forse è anche per questo che Géricault si sofferma a ritrarre solo i volti di questi alienati. Li carica anche però di specifiche caratteristiche dell’abbigliamento: la vecchia invidiosa indossa una cuffietta che le copre parte del campo visivo, come se la facesse concentrare solo su specifici particolari.

Gli altri invece, disseminati in diversi musei del mondo, presentano caratteristiche tipiche del loro vizio. Géricault in questa tela ci porta nei bassifondi dell’umanità e ci fa fare un viaggio più che reale nella vita del XIX secolo.

pazza di Gericault a Lione

Danae di Tintoretto

Impossibile non nominare tra le più belle opere del museo di Lione, la splendida Danae di Tintoretto. Jacopo Robusti, detto appunto Tintoretto, poiché suo padre era tintore di stoffe, la dipinse intorno al 1570.

Quest’opera rappresenta un esempio bellissimo di manierismo. Il pittore veneziano fu considerato infatti un precursore del barocco, con la teatralità delle sue figure e delle scene che ritrae.

La cosa che ti stupirà di più sono le stoffe di velluto, straordinariamente sfarzose, come se fossero i sipari di un palco. Anche la bocca semiaperta della serva incredula e il mandolino poggiato sulla finestra chiusa indicano i suoni di una scena “reale”.

La bella Danae, infatti, venne rinchiusa da suo padre perché era stato predetto che sarebbe stato ucciso dal nipote. Ma Zeus, invaghitosi della giovane, la fecondò sotto forma di pioggia d’oro. È proprio questo il momento che Tintoretto ritrae, quando la ragazza e la serva si guardano, mentre una raccoglie le monete d’oro e l’altra sembra sollevarsi un po’ incredula.

Danae di Tintoretto

Caino e la sua discendenza maledetti da Dio

Questa è una delle opere che più mi sono piaciute al museo delle belle arti di Lione.Caino e la sua discendenza maledetta da Dio, è un gruppo scultoreo di straordinario potere espressivo, opera di Antoine Etex.

L’opera è degli anni ’30 del XIX secolo e ritrae un colossale Caino a testa china con la sua famiglia nella disperazione più totale.

Dopo aver ucciso il fratello Abele, infatti, il protagonista viene maledetto da Dio. L’artista esprime qui tutta l’incertezza dell’avvenire dell’umanità, in un’epoca di grandi cambiamenti sociali, economici e soprattutto politici. Devi immaginare che in quegli anni, in molti si batterono per i diritti e l’uguaglianza sociale, sfociando spesso in scontri violenti.

La struttura del gruppo è armoniosa e forma quasi una piramide concentrando l’attenzione in un’escalation di sentimento sino ad arrivare al capo chino del responsabile: Caino. L’idea che l’artista vuole farci arrivare è che i cambiamenti continui di regime, le guerre e l’instabilità generale, rendono il futuro incerto e rischioso.

Etex, ispirato da Michelangelo, divenne grazie a questo gruppo uno dei più importanti scultori francesi dell’epoca romantica.

Caino e la sua discendenza maledetti da Dio

Due opere di Fleury François Richard

Ci sono due tele del museo delle belle arti di Lione che mi hanno colpita particolarmente e le ho volute inserire in questo post, anche se non sono particolarmente famose o importanti.

Si tratta di due intime scene di convento, opera di Richard. Questo pittore ottocentesco fu allievo di Jacques-Louis David ed ebbe un discreto successo ai suoi tempi, divenendo uno dei precursori della scuola dei Troubadour, ispirata alla pittura olandese dei secoli precedenti e di argomento storico.

Le due opere in questione sono “Vert-Vert” e “All’entrata del convento”.

Il primo, letteralmente “Verde-verde”, è ispirato ad una storia umoristica pubblicata nel 1734. Qui si narra di un pappagallo cresciuto in convento e che perciò parla il linguaggio cristiano e che poi vivrà varie avventure. Lo puoi vedere qui ritratto nel convento con due suore, colto in una scena di quotidianità rilassata. Ho amato molto le luci, la prospettiva e l’atmosfera generale dell’opera.

Il secondo quadro è più interessante perché non è finito. Se ci fai caso ci sono due figure che aleggiano come fantasmi all’entrata del convento e sembrano come ombre del passato che svaniscono… L’autore infatti a volte aggiungeva dei particolari alle opere finite e in questo caso decise di aggiungere le due donne.

opere di Fleury François Richard al museo delle belle arti di Lione

opere di Fleury François Richard al museo delle belle arti di Lione

Il Violone grigio di Braque

Georges Braque dipinse “il violone” nel 1911, in pieno “cubismo analitico”.

Confuso?

Ora ti spiego cosa significa!

In pratica gli artisti di questa corrente studiavano la realtà e la disarticolavano in un gioco di piani diversi, frammentandone le forme. I toni principali sono quelli del grigio e del bruno mentre la luce è elemento unificante degli oggetti scomposti.

L’artista suonava il violino ed amava moltissimo la musica, per questo fu il primo cubista a rappresentare strumenti musicali. Per la prima volta in quest’opera associa uno strumento alla forma ovale e continua della tela, non interrotta da angoli.

Ecco una curiosità.

Il suo amico e compagno Picasso, prenderà spunto da lui e realizzerà anch’egli delle tele di questa forma.

Violone grigio di Braque

Informazioni pratiche

La visita al museo delle belle arti di Lione parte con alcune statue magnifiche del XIX secolo e prosegue con capolavori sumeri, celti, egizi, greci e romani, sino ad arrivare ad oggetti d’arte dello scorso secolo.

Pettini, vasi, mobili, stoviglie, armature e fucili, ti condurranno attraverso i secoli, variando dagli oggetti della toilette di una nobildonna dell’Egitto, alla ricostruzione di una stanza da letto in art nouveau.

Al secondo piano, sempre avanzando in ordine cronologico, si trova la pinacoteca del museo. Questa raccolta vanta capolavori medievali, rinascimentali, barocchi, neoclassici e una bella collezione delle avanguardie dello scorso secolo.

Il museo tuttavia non finisce qui.

Quando l’ho visitato erano state da poco acquisite nuoveopere contemporanee di Pierre Soulages e suppongo che non saranno neppure le ultime. Trovo che questa sia una cosa fondamentale perché l’arte non appartiene solo al passato ma, come la storia, si innova ed evolve anche ai giorni nostri.

Il museo si visita in circa due ore e mezza. Il prezzo pieno per le collezioni è 8 euro, tra i 18 e i 25 anni costa 4 euro e per i minori di 18 anni è gratuito.

cortile museo delle belle arti di Lione

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Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

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