Come mi sono ritrovata da un tunnel depressivo a passare una notte a Siena

A volte accade.

Quando la vita decide di metterti alla prova non ti avverte, ti piomba tutto addosso e basta.

Dopo mesi passati a resistere e a tentare di reagire all’ennesima brutta notizia, è arrivata la depressione

Siena, febbraio 2015

E te che non piangi mai, te che sei sempre in movimento e tieni sempre duro, all’improvviso ti ritrovi inchiodata ad un letto, incapace di vedere luce all’orizzonte.

Quando la tua anima si nutre di arte tenerla segregata tra ufficio, problemi e faccende di casa senza farla uscire un po’ a vedere il mondo è come soffocarla. Per fortuna ho accanto un uomo che la conosce e che ha capito che l’unico modo per farla vivere è nutrirla, è partire e vedere qualcosa di inaspettatamente bello e interessante.

Così un sabato sono partita, senza sapere dove sarei andata, costume da bagno sotto, maglione sopra, jeans e asciugamano. E il mio ragazzo alla guida.

Mi sono ritrovata a Bagno Vignoni, dopo aver assaporato un paesaggio toscano davvero da cliché, fatto di casolari in pietra tra filari di cipressi, di colline verdi e soleggiate, di borghi medievali arroccati tra i boschetti.

In questo piccolo paese, costruito intorno ad una vasca cinquecentesca, c’è da ammirare un bel panorama. Sono scesa sullo la montagna alla scoperta dei suoi mulini medievali, delle sue acque termali bollenti che escono dalla terra e vanno a perdersi in ruscelletti a valle.

Ho assaggiato i pici all’aglione, una torta al cioccolato tipica di Firenze e ho deciso che mi era venuta proprio voglia di terme e di dare un senso al costume da bagno che avevo indossato dalla mattina.

Siamo arrivati ai bagni di San Filippo verso le 16.00, mi sono infangata fino alle caviglie per raggiungere una Balena Bianca di calcare e poi mi sono buttata, congelata e felice, tra le vasche sotto agli alberi in un misto di fango, acqua e foglie. Sono rimasta incantata a guardare i rami muoversi per un lungo lasso di tempo prima di convincermi ad uscire da quelle pozze calde e riaffrontare l’inverno, la notte e la vita.

Non ero lontana da Siena, città che avevo visto di sfuggita ancora adolescente. Allora andiamo a Siena, mi dico. Trovo un’hotel a poco prezzo che sembra decente, ha una doccia, è in centro, speriamo non sia freddo, chiamo e prenoto. Così mi sono ritrovata al cannon d’oro, ad esplorare di notte una città fatta di tradizione, storia e gente che il sabato sera canta per le strade, chissà perché poi.

Niente spazzolino, nè pettine, nè cambio, nè pigiama. Ma che importa. Mi sono fatta la doccia, ho lavato il costume e mi sono messa a letto Mi sono svegliata carica. Carica come non lo ero da mesi. E mi sono goduta una giornata su e giù per campanili, torri, musei e chiese.

Per chiudere in bellezza mi sono concessa una visita a San Galgano, una signora di pietra caduta in rovina dopo che le hanno smontato e venduto il tetto. Sono rimasta abbastanza delusa.

Mentre tornavo ho trovato un passerotto in mezzo alla statale, ala e zampa spezzate, probabilmente era stato investito qualche minuto prima che notassimo la sua presenza lungo la carreggiata.

Lo abbiamo raccolto con difficoltà, abbiamo svuotato la mia borsa e lo abbiamo messo dentro. La sera a casa ha mangiato, ha bevuto, mi guardava arrabbiatissimo e mi beccava con forza. Questo uccellino ha trovato qualcuno che si prenderà cura di lui alla Lipu, con altri pennuti convalescenti. Ce la farà, ne sono sicura. Quando nasci combattente, anche se ti abbatti per un pò, anche se sei a terra, ritrovi per forza la voglia di volare, perché sei nato per quello.

Qualche settimana dopo ci hanno chiamati dalla Lipu: ce l’ha fatta ed è stato liberato, come volevasi dimostrare!

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

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