Vuoi scoprire cosa fare e Pitigliano e dintorni ma non sai bene da dove cominciare?
Ti trovi nel posto giusto.
Pitigliano è una città Toscana con alcune particolarità che la rendono assolutamente unica: si trova incastonata nella roccia ed è chiamata per questo la città del tufo. Io sono capitata per caso durante la primavera e, solo guardandola dall’esterno, mi sono subito innamorata.
Vuoi sapere perché?
Facile, la città di Pitigliano si trova sulla cima di una rupe di tufo tanto che sembra proprio voler ricordare la famosa Civita di Bagnoregio ma anche piccoli paesi come Calcata o Vitorchiano. Il centro storico di Pitigliano è interamente costruito in tufo ed il color ocra di questa pietra caratterizza tutto il borgo ed è protagonista in tutti e 60 i vicoli in cui è divisa Pitigliano.
Proprio in tufo, ad esempio, è costruita la Sinagoga del Ghetto Ebraico di Pitigliano. Questo edificio è molto interessante perché racconta una lunga storia di tolleranza tra la città e la comunità ebraica tanto che Pitigliano ha preso il soprannome di “La piccola Gerusalemme”.
Insomma nel borgo di Pitigliano e nei dintorni ci sono moltissime cose da fare e da vedere.
Vuoi saperne di più?
Continua a leggere per scoprire perché mi ha colpita così tanto e per conoscere le pagine più oscure della sua storia.
Si parte!
Indice degli argomenti
Le origini di Pitigliano
Quando sono arrivata a Pitigliano ho spalancato gli occhi. L’ho vista da lontano, appoggiata sul nulla. Se ne sta arroccata su uno sperone di roccia, circondata per tre lati da burroni profondissimi. Le case sono a strapiombo sul vuoto. Sembra essere sospesa sopra la foresta e i fiumi che le scorrono sotto, a metà tra terra e cielo.
É uno spettacolo incredibile.
Alcune persone del luogo mi hanno raccontato che Pitigliano era abitata sin dall’epoca degli etruschi di cui sono stati ritrovati nuclei abitativi visitabili. D’altronde la posizione e la ricchezza di acqua ne facevano un punto perfetto per il controllo dell’area circostante.
Il suo aspetto medievale è invece rimasto intatto grazie al palazzo fortificato degli Orsini, di cui ti parlerò tra poco, e al magnifico campanile della chiesa dei santi Pietro e Paolo.
Ma non è finita qui, la storia di Pitigliano è molto più appassionante.
Ecco perché Pitigliano si chiama la Piccola Gerusalemme
Pitigliano ha preso il nome di piccola Gerusalemme perché ha un quartiere del ghetto dove furono confinati gli ebrei per secoli.
Io ho avuto modo di visitare il museo interno al ghetto di Pitigliano dove ho scoperto gli usi e costumi della comunità ebraica. L’entrata costa 5 euro e comprende una visita alle botteghe del ghetto e alla sinagoga.
Nelle antiche grotte di Pitigliano, scavate nel tufo, si conservava il vino, prodotto di eccellenza del territorio. Ho visto poi la bottega della carne, dove si macellava il bestiame secondo la tradizione. Vi sono anche un forno dove si produceva il tipicopane azzimo e una tintoria. Il tutto in uno spazio molto angusto.
L’ambiente più bello è la sinagoga, riccamente decorata e dall’aspetto quasi barocco. Oggi la Sinagoga di Pitigliano è parte del museo perché in disuso. Servono infatti almeno dieci uomini ebrei in età adulta (sopra i 13 anni) perché la Sinagoga possa essere in funzione e celebrare i riti sacri.
Il museo non mi ha colpita particolarmente, ma sono rimasta sconvolta nel leggere la lapide che ricordava gli ebrei di Pitigliano morti nei campi di concentramento. In una città cosi piccola e tranquilla, non mi aspettavo di trovare cosi tante vite spezzate senza un motivo.
Le persecuzioni iniziarono molto prima della seconda grande guerra, leggi qui sotto per scoprire di più.
Lo Sfratto di Pitigliano
Una scoperta che ho fatto a Pitigliano riguarda un tipico dolce ebraico dalla forma di un piccolo bastone: lo sfratto.
Questo dolce ricorda quando, nel XVII secolo, fu emanato un editto che confinava nel ghetto tutti gli ebrei della città e dei dintorni. I funzionari del Granduca di Toscana, bussarono quindi alle porte delle case per intimare alle famiglie di religione ebraica di lasciarle con un piccolo oggetto in legno.
Quasi un secolo dopo, gli ebrei hanno creato questo dolce di forma allungata che ricorda proprio i bastoni con cui bussarono alle porte delle loro case. Dentro alla pasta c’è un delizioso ripieno di miele, noci, scorze d’agrume, noce moscata e anice… davvero niente male.
Io l’ho gustato al “Forno del Ghetto” dove la proprietaria mi ha fatto assaggiare alcune specialità della tradizione ebraica e locale.
Te lo consiglio.
Il castello degli Orsini
Uno degli edifici più belli della città di Pitigliano è il castello degli Orsini. La struttura medievale é davvero imponente e fu ristrutturata nel XVI secolo su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane.
Oggi ospita il museo diocesano di Palazzo Orsini e il museo civico archeologico, ma in passato era importante per un motivo ben preciso.
Castello Orsini ha avuto un ruolo chiave nella storia di questa cittadina perché fu roccaforte degli Aldobrandeschi prima e degli Orsini poi, e difese Pitigliano dai continui tentativi di sottomissione di Siena ed Orvieto.
Una strenua resistenza che durò fino al 1604, anno in cui la città fu annessa al Granducato di Toscana ed iniziò il suo lento declino.
Il vino bianco di Pitigliano
In questo territorio il vino è un prodotto tipico ricercato e frutto di secoli di selezione e lavoro. Il bianco di Pitigliano ha infatti la certificazione DOC e viene prodotto solo nei comuni di Pitigliano e Sorano.
Il vino che ho assaggiato è quello più famoso, il bianco Il debrando. Non me ne intendo molto di ma devo dire che era davvero molto buono!
Come raggiungere Pitigliano
Pitigliano si trova a pochi chilometri dal confine tra Toscana e Lazio in un territorio molto tipico denominato “l’area del tufo”. I comuni di questa zona infatti sono molto simili tra loro e, come ti dicevo, ricordano molto la più famosa Civita di Bagnoregio.
Il modo più pratico per arrivare a Pitigliano è l’auto. Che tu venga da nord o da sud ti consiglio di prendere l’A1 e uscire a Orvieto se vieni da nord oppure a Orte se vieni da sud.
Trovandosi a circa 80km da Grosseto, tra le alternative c’è anche il treno, con le stazioni di Albinia, Viterbo e Orbetello. Da li dovrai muoverti con l’autobus.
Sempre con l’autobus è possibile raggiungere la città grazie ai collegamenti giornalieri da Grosseto, Firenze o Siena.
A te la scelta.
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