La maledizione di Berlino, che mi ha perseguitata per due anni,è arrivata al suo epilogo.
Dopo aver dovuto annullare il viaggio per due volte, essere stata sommersa dai problemi ed aver trasformato questo viaggio in una barzelletta, finalmente sono a Berlino.
Berlino, marzo 2017
Se state leggendo questo post sono riuscita a partire per Berlino.
Questa storia non è molto divertente. E’ stata la prima volta dalla mia adolescenza che ho viaggiato cosi poco. Il mio primo volo dopo un anno e mezzo passato quasi interamente a Roma.
La maledizione di Berlino in effetti è iniziata nel 2015, quando ho preso il primo volo. Non so perché ma questi racconti di viaggio hanno spesso a che fare con il mio gruppo di amiche, le stesse con cui sono stata a Madrid. Due di loro si sono trasferite nella capitale tedesca nel 2014. Io ero a Parigi, impegnata tra studio e lavoro.
Mi sono venute a trovare e ho promesso di ricambiare appena discussa la tesi. Cosi, una volta consegnato il mio lavoro, ho prenotato subito il volo per Berlino. Sarei dovuta partire a luglio, dopo essere tornata a Roma per le vacanze.
Una volta a casa però, sono successe molte cose brutte. Una persona a me molto cara ha avuto malattia gravissima, e due giorni prima di partire, mentre era in ospedale, ho perso una delle persone che amavo di più al mondo: mia nonna. Ovviamente ho disdetto il viaggio perché non ero nello stato d’animo di andarmi a divertire.
Riprenoterò a settembre, mi dissi.
Ma le prove della vita erano lungi dall’essere finite.
Dopo aver traslocato da Parigi per stare vicino ai miei cari in quel momento difficile, mi sono dovuta ricostruire una vita, una casa, un lavoro. Inutile dire che l’ultimo dei miei problemi in quei mesi sono state le vacanze.
Dopo mesi e mesi passati tra visite in ospedale e terribili terapie, la malattia è passata e sono tornata a respirare.
Cosi, dopo aver passato un 2016 da cancellare, ho deciso di iniziare il 2017 viaggiando e ricominciando a vivere davvero la mia vita.
La prima cosa che ho fatto è stata prenotare un volo per Berlino.
Dovevo partire a gennaio.
Due giorni prima del volo mi ha chiamata un’altra persona che amo molto “sto andando in ospedale, la dottoressa ha detto che ho qualche problema al cuore” mi ha detto dall’altro lato del telefono. Quella sera le hanno diagnosticato un’embolia polmonare che l’ha quasi portata via. Ora, dopo altri due mesi di ospedale, visite e terapie, sta bene.
Io non credo alla sfiga e alla fortuna. Non credo al fato e neppure al destino. Non sono scaramantica.
Tuttavia la maledizione di Berlino è diventata quasi una barzelletta tra le mie amiche. Siamo arrivate e non pronunciare quella parola, e a ribattezzare la capitale tedesca con nomi di piccole cittadine del Lazio.
“Quindi a che ora hai il volo per Ostia?” “quando vieni a Poggio Mirteto ti portiamo a vedere il museo con il busto di Nefertiti” oppure “ci vediamo all’aeroporto di Vicovaro quando atterri”.
Ma anche stavolta la maledizione di Berlino stava per colpirmi. Mi arriva un messaggio “ci sono scioperi agli aeroporti, spero che il tuo volo parta” mi scrive la mia amica.
Per la terza volta ho rischiato di dover annullare il viaggio.
Sono andata all’aeroporto mercoledì mattina, incerta se il mio volo sarebbe partito oppure no.
Il viaggio, contro ogni aspettativa, è andato benissimo. L’aereo è arrivato in tempo, il treno è arrivato in tempo e c’era pure il sole.
Essere qui con le mie amiche è il lieto fine più bello che potessi desiderare. E finalmente la maledizione di Berlino è finita.