Il mio viaggio a Madrid: avventure e disavventure di 8 ragazze in Spagna

Partiamo dai numeri: otto. Otto ragazze si ritrovano a Madrid per un week end, volando in tempi diversi da tre diverse capitali d’Europa per riabbracciarsi dopo mesi di separazione.

Madrid, novembre 2013

Amiche da sempre, donne con le quali sono cresciuta, che conosco davvero da una vita, che amo come sorelle, con cui mi sento quotidianamente nonostante la lontananza, siamo riuscite a liberarci da lavoro, studio e impegni vari per tre giorni, per andare a scoprire Madrid dove le nostre due madrilene d’adozione stanno passando una l’Erasmus e l’altra sta imparando lo spagnolo. Io sono stata la prima ad atterrare, prendendo il volo da Parigi, dopo di me sarebbe arrivata Ale, che ora vive a Berlino, poi le altre tre da Roma e la domenica, per ultima, Vale.

Viaggiare low cost vuol dire prendere l’ultimo treno dal centro di Parigi verso l’aeroporto che parte a mezzanotte (dopo essere stati ad una festa e aver ballato per due ore) e aspettare insonne il tuo aereo che decolla alle 6.00 del mattino. Avevo appuntamento con le altre al nostro appartamento a Madrid, a via Fuencarral, una traversa della Gran Via, in pieno centro.

Arrivata stanca morta alla porta del famigerato appartamento che avevo prenotato più di un mese prima per tutte e cinque le “turiste”, inizio a suonare al campanello senza ricevere risposta. Cosi è iniziata a prodursi una situazione surreale: ero a Madrid, alle 10h00 del mattino, sola, una notte insonne alle spalle, la mia amica Gioggi, una delle due madrilene d’adozione non era ancora arrivata, il mio cellulare non poteva né ricevere né inviare né chiamate né messaggi (perché il mio piano tariffario non prevede si possa chiamare fuori dalla Francia!) e dei proprietari dell’appartamento neanche l’ombra.

Fortuna che ho un buon autocontrollo.

Ho dunque aspettato per quasi un’ora per poi infilarmi nel primo Starbucks e connettermi al WIFI per mandare un’e mail ai proprietari e ricordargli, come nelle due e mail precedenti, mandate una settimana prima, che il mio arrivo era previsto per le 10h00 e che li stavo aspettando.

Uscendo dal bar incontro Gioggi, che non si ricordava più il numero civico e che stava vagando su e giù per Fuencarral da un quarto d’ora: spiegatole il problema, mi fa chiamare i responsabili dell’appartamento con il suo cellulare spagnolo:

salve, sono Elisa, ho prenotato un appartamento, ma qui non c’è nessuno dico in inglese; il telefono viene passato a due o tre persone prima di trovarne una che parlasse inglese (anche se mi risulta sia ancora quella la lingua internazionale, no?!) quindi ripeto ho prenotato un appartamento per cinque persone, volevo solo dirvi che effettivamente sono qui, quindi se poteste venire ad aprirmi…” “eh no signorina Elisa,mi rispondonola sua prenotazione è stata cancellata.

Cosa?!” “si, la carta di credito non ha funzionato (il perché rimane tuttora un mistero visto che ci ho continuato a comprare roba sino al giorno prima della partenza) quindi abbiamo annullato la prenotazione” “beh la pago in contanti, non c’è problema” “no, ormai l’appartamento è stato prenotato da altri” “ma io ho la conferma della prenotazione tra le mie mani, come si spiega che la carta di credito non abbia funzionato? Poi vi ho mandato delle email chiedendovi informazioni e comunicandovi gli orari di arrivo, non vi è venuto in mente che forse non fossi a conoscenza dell’annullamento?” “no, mi dispiace, noi non lavoriamo cosi” “si rende conto che è sabato e che ho altre quattro persone oltre a me a cui trovare un alloggio entro stasera, e che questa è davvero è una brutta situazione?” “si ma non so davvero che farle signorina, comunque non si preoccupi, Madrid è piena di ostelli” e riaggancia.

Nonostante la sua rassicurante ultima frase, io ero molto preoccupata, eccome.

Torno da Starbucks e mi riconnetto al WIFI cercando una soluzione come una forsennata. Dallo smartphone inizio a sfogliare pagine e pagine di camere, appartamenti, ostelli qualunque cosa che disponesse di letti sui quali dormire e non costasse un’occhio (siamo un gruppo di studentesse e, pur lavorando, non disponiamo di grandi capitali!) ma nel frattempo le mie amiche stavano arrivando e non sapevo se fosse meglio aspettarle li o andare in un altro ostello per fermare un’eventuale stanza.

Dopo quasi due ore di ricerca (dal cellulare che si stava scaricando!), trovo un appartamento che fa al caso nostro proprio sulla stessa via. Aspetto alcuni minuti e incontro Alessia, arrivata da Berlino che mi stava cercando da mezzora in preda al panico. Le spiego la situazione e finalmente trovo il proprietario del secondo appartamento, saldiamo il conto e riprendiamo fiato prima dell’arrivo delle altre che si sono fatte grasse risate quando gli ho raccontato di come avevo passato la mia prima mattinata a Madrid.

Per fortuna il resto del soggiorno non ha comportato altri gravi incidenti di percorso, solo lunghe camminate, grandi musei, e serate tra amiche, compresi camerieri innamoratisi improvvisamente della nostra Luccia, che ci hanno sontuosamente apparecchiato la tavola solo per fare colpo, artisti di strada che ci regalano anelli fatti a mano, baristi che ci offrono drink gratis, facendo sorgere in noi il sacrosanto dubbio che non ci abbiano messo delle droghe, nel cocktail, e iniziando a teorizzare eventuali risvegli in ospedali di fortuna nelle mani dei rivenditori di organi o vendute come schiave in disparate parti del mondo (fortunatamente era solo un’escamotage per attirare clienti, presumibilmente di sesso maschile).

Insomma il bilancio di questo week end a Madrid è profondamente positivo anche grazie alle persone con cui ho condiviso questo viaggio: è stata una vera gioia rivedervi ragazze, vi voglio un mare di bene!

Elisa

Elisa

Ciao, io sono Elisa! Sono una storica dell’arte e travel blogger. Ho uno spirito nomade e adoro viaggiare per scoprire posti nuovi, scrivere e vivere nuove esperienze! Dal 2012 ho creato arttrip.it per condividere le mie esperienze di viaggio con tutti voi. Foto scattate con Panasonic GH5

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