Ti è mai capitato di dormire in un posto deserto, dove l’essere umano più vicino si trova ad almeno 10 km da dove sei tu?
Norcia, maggio 2017
A me è successo un paio di settimane fa.
Da alcuni mesi avevo contattato i beni culturali e gli avevo scritto di avere molto materiale sulle chiese di Norcia, che sono state l’oggetto della mia tesi di laurea. Sono affezionata a quelle chiese, colpite duramente dal terremoto, e vorrei contribuire a ricostruirle e a preservarne il patrimonio artistico, nel mio piccolo. Era mercoledì quando mi hanno risposto chiedendomi di incontrarci per parlarne venerdì.
Così sono partita giovedì sera per andare verso la casa della mia famiglia, a pochi chilometri da Norcia. Dato lo scarso preavviso, nessuno poteva accompagnarmi. Ma di certo questo non è un problema.
Sono arrivata che era già buio. Quando vedo i profili di quella parte di appennini mi manca sempre il fiato: quelle montagne sono il mio posto del cuore e sono sempre felice di tornarci.
Per attivare l’impianto idrico ho dovuto aprire uno sportello e girare un rubinetto. Una volta aperto lo sportello pero’ ho trovato un ospite inatteso: un grosso rospo colorato se ne stava lì, proprio davanti al mio rubinetto. Ho cercato a più riprese di scansarlo ma non voleva saperne.
So che ad alcune persone queste cose fanno ribrezzo. I rospi non sono i miei animali preferiti, ma di certo non mi fanno paura.
Eravamo il rospo, il rubinetto ed io. L’ho sollevato e l’ho poggiato sul polistirolo tra lo sportello e il rubinetto, poi ho rimesso tutto al suo posto, rospo compreso, ma solo dopo avergli scattato una foto. Non potevo certo permettermi di non avere neppure un ricordo del mio principe azzurro!
E’ stato solo la sera che mi sono resa conto di essere completamente sola. A parte il rospo ovviamente.
Dopo il terremoto il paese a volte è disabitato. E quella notte non c’era nessuno.
Nessuno. Non una luce accesa, non un’auto, un segno di vita. Solo silenzio e solitudine, nell’arco di chissà quanti chilometri.
Quando vivi in città come Roma è una sensazione stranissima. Un misto di eccitazione e terrore.
“Sono sola sulla montagna” mi sono detta aspirando l’aria fredda degli appennini. Ho acceso il camino, ho mangiato e mi sono messa a leggere un bel libro davanti al fuoco.
Poi mi sono accoccolata sotto una coltre di coperte e ho dormito come un sasso, nel silenzio perfetto.
La mattina fuori dalla mia finestra c’erano le montagne ed i miei vicini che erano tornati.
Non so se mi capiterà più di stare sola così a lungo in un posto così isolato. Quello che è certo è che non solo non ho avuto paura, ma è stata anche una bellissima esperienza.
Ho capito finalmente perché gli eremiti si rifugiavano sugli appennini per trovare sé stessi: il silenzio, la solitudine e la natura a volte possono rimetterti al mondo e farti ritrovare una parte di te stesso.
2 risposte
Ahahahahah da sola sola nel raggio di almeno 6 kmq! Lo rifarei per avere quel silenzio e quella sensazione di “ah è così che si sente un eremita allora!”. Tra le varie idee che mi erano venute c’erano mettermi a ballare in piazza, salire sulla cima del monte e gridare “sono la regina della montagna” o camminare facendo finta di parlare con persone inesistenti. Per fortuna mi sono ricordata che ero li per un motivo serio ed ho optato per libro e camino.
Ciao bellezza,
Io non so quanto sarei riuscita a dormire…nel senso, da sola sola sola?
Cavolo, è così difficile da immaginare! Senza rumori… io vivo a Milano e come Roma non c’è mai silenzio, non che mi dispiaccia ti dirò! Mi fa sentir parte di un qualcosa di grande…anche se a volte desidero un paio di ore di silenzio.
Ma appunto, un paio di ore! Una notte intera? No, ti giuro, avrei troppa paura!
Sei stata coraggiosissima!
Un abbraccione,
Zi