Sono andata a vivere da sola dopo 7 anni di convivenza e l’ho fatto per scelta.
No, non mi sono lasciata con il mio ragazzo. No, non ci ho litigato. No, non mi sono presa una pausa.
Ho scelto di farlo perché nella mia relazione non si rinuncia alle proprie ambizioni, ai propri sogni e alla propria auto realizzazione in nome della coppia.
Nella mia relazione ci sono un me, un te e un noi, non c’è soltanto un noi.
Caen, novembre 2018
Scrivo questo post perché da quando ho saputo che mi sarei trasferita in Francia, decine di persone mi hanno chiesto “ma Andrea viene con te, vero?” “e con Andrea come fai?” “e Andrea? Lo lasci a Roma? Da solo?”.
Così ho deciso di rispondere qui, una volta per tutte, per cercare di spiegare cosa significa il rapporto di coppia per me.
Da quando mi sono trasferita in Normandia non faccio altro che rispondere a messaggi e chiamate di persone preoccupate del fatto che io sia qui da sola, senza Andrea.
Andrea è il mio compagno da 8 anni e ho vissuto con lui per gli ultimi 7 ma non è un’estensione della mia persona, né io sono un’estensione della sua.
É egli stesso una persona, notevolmente intelligente, perfettamente sano e, perciò, assolutamente autonomo.
Io non sono la sua badante, non ha bisogno di me per pulire casa e cucinare, come dovrebbe essere per tutti gli uomini e donne nel 2018. In tutti i posti dove abbiamo abitato le mansioni di casa sono sempre state suddivise.
Per questo trovo che sia una grave (gravissima!) persistenza del retaggio patriarcale, di cui è pregna la nostra società, che ogni volta che manifesto una mia volontà autonoma mi si chieda “e Andrea?”.
“Stasera esco con le mie amiche” “e Andrea?”
“Vado una settimana a Lisbona” “e Andrea?”
Quasi fossimo incatenati l’uno all’altra!
La cosa spaventosa è che queste cose mi vengono chieste puntualmente, ripetutamente! Vorrei quindi ribadire un semplice concetto: Andrea è un uomo libero e anche io sono una donna libera.
Cosa significa il rapporto di coppia per me
Non sono mai riuscita a concepire la coppia come la fusione di due entità, di due individui.
Per me stare in coppia vuol dire vivere la mia vita con accanto una persona che amo e che mi ama. Per Andrea, fortunatamente, è lo stesso. Mai mi sognerei di impedirgli di fare qualcosa che lo renda felice o che lo avvicini al raggiungimento dei suoi obiettivi, lo stesso vale per lui.
Perché avrei dovuto rinunciare ad un’opportunità di lavoro e ad un’esperienza professionalmente formativa?
Andrea è consapevole, come lo sono io, che non saranno sei mesi di separazione o di relazione a distanza a creare problemi nel nostro rapporto. Questo perché la nostra relazione si basa sulla fiducia reciproca ma anche su una grande stima reciproca.
Io lo stimo per quello che è, per quello che fa e per quello che ha in mente di diventare. Se lo bloccassi o lo ostacolassi nel suo percorso non sarei una buona compagna.
Il mio compito è di stargli accanto, aiutarlo e supportarlo e lo stesso vale per lui. Per questo è stato felice di sapere che avrei fatto questa esperienza e mi ha spronata a partire.
L’importanza di saper stare da soli
Inoltre bisogna imparare ad apprezzare quello che si ha!
Sono felice di vivere sola, di mettermi alla prova, di avere più spazio e tempo per me stessa, per fare quello che mi va, come mi va e quando mi va. Poi certo, sento la sua mancanza, ma per realizzare un sogno bisogna necessariamente fare dei sacrifici e questo non è certo insormontabile.
Per me la coppia non è annullarsi per qualcun altro, non è fare a meno della propria identità in nome di un “noi”.
Coppia per me non è sinonimo di unione ma di condivisione.
É la condivisione di idee, pensieri e affetto, uno scambio alla pari di supporto e di amore. “Non vivo senza te” “Sei la mia vita” non sono frasi applicabili alla mia concezione di rapporto di coppia.
Io senza Andrea sto benissimo. Sto con Andrea perché con lui sto ancora meglio.
É l’uomo che sposerò, con cui voglio costruirmi una famiglia e con cui condivido da anni spazi vitali, emozioni ed esperienze, ma la mia vita non si può ridurre a lui. La mia vita è molto altro: sono le mie aspirazioni, la mia famiglia di origine, i miei amici, i miei viaggi, le cose che voglio fare e che voglio realizzare. Poi se Andrea avrà voglia di realizzarle con me bene, altrimenti lo farò da sola.
Non posso pensare di chiudere un lucchetto per suggellare il mio amore con il mio ragazzo, perché non ci sono lucchetti tra noi, né catene.
“Ma non hai paura che ti tradisca?”
Questa è la domanda più assurda che mi abbiano fatto prima che partissi!
La cosa mi fa un po’ ridere in realtà, ma mi mette anche un po’ di tristezza. Certo non serve che io vada a vivere dall’altro lato d’Europa per trovare un’amante, Roma è piena di donne! Non controllo il mio uomo, né lui controlla me, non siamo in carcere. Spesso usciamo ciascuno con i propri amici, se avesse voglia di tradirmi lo potrebbe fare in qualunque momento.
Quindi di cosa dovrei aver paura?
In primis io mi fido di lui, altrimenti non ci starei insieme e non ci farei dei progetti di vita a lungo termine. Poi, l’ho detto sopra, Andrea è un uomo libero. In qualunque momento dovesse volere un’altra donna al posto mio potrà benissimo lasciarmi e proseguire per la sua strada.
Non farò scenate, non mi butterò da un ponte e la mia vita non finirà, questo perché Andrea non è la mia vita, è una parte (importante certo, ma non l’unica) della mia vita. Se scoprissi che mi tradisce ovviamente ci starei molto male, ma Andrea non troverà facilmente un’altra donna come me, né io un altro uomo come lui e questo non perché io sia speciale, ma perché abbiamo la stessa visione su molte cose, tra cui cosa significa il rapporto di coppia.
“E tu come farai?”
Altra domanda che mi è stata posta spesso prima di partire. Come farò a fare cosa esattamente?
Vorrei rassicurare tutti, non c’è da preoccuparsi: sto benissimo. Mi sto costruendo la mia routine, mi sto godendo la mia nuova città, mi sto ambientando e divertendo.
Ci sono tante altre coppie come me e Andrea che vivono la propria autonomia e libertà serenamente. Poi però ci sono tantissime persone che mi guardano come se fossi un’aliena quando gli spiego cosa significa il rapporto di coppia per me. Nei casi peggiori mi hanno detto senza mezzi termini che sbaglio, che la mia coppia non può funzionare così, che stare insieme non è questo.
Vorrei che le persone capissero che non esiste un solo modo di vivere le relazioni. Ciascuno si fa la coppia su misura, secondo i suoi parametri e quelli del suo partner, l’importante è essere felici.
Ogni rapporto ha i suoi equilibri ed i suoi compromessi.
Ad esempio non potrei mai stare con un compagno geloso o possessivo, lo manderei a cagare dopo due giorni, ma ci sono persone a cui la gelosia dell’altro fa piacere. Il mondo è bello perché è vario e ciò che conta è stare bene insieme.
Ecco, io con Andrea sono felice.
Prima di partire gli ho detto “Ti sono molto grata per rispettare la mia libertà, per me è davvero importante” lui mi ha abbracciata e mi ha risposto “Elisa, io ti amo, non voglio mica ucciderti”.
E questa frase per me è il riassunto del vero amore: sopportare la distanza, la mancanza e l’assenza per permettere all’altro di fare quello che ama.
3 risposte
Ciao Ginny
ti posso confermare che è così ma se ami veramente una persona sei felice di vederla realizzarsi. Poi all’epoca abbiamo fatto degli sforzi per riuscire a vederci almeno ogni 2 settimana.
Che dire, se dopo 12 anni siamo ancora insieme e sposati credo che abbia funzionato bene, poi ogni coppia è a se ed ha le sue dinamiche ;)
Un abbraccio
Andrea
Mi spiace ma per quanto bene si possa volere ad una persona, se la ami con tutto il cuore ti manca come l’aria. Non ci sono argomentazioni di alcun tipo che possano controbattere.
Ciao Elisa,
proprio come te convivo con la mia compagna da 7 anni e stiamo insieme da 8 anni. Sicuramente l’articolo sarà stato scritto un pò di tempo fa e adesso mi auguro avrai continuato con la tua brillante visione di vita. Vorrei poter avere una mente attiva e libera come la tua ma bisogna riconoscere i propri limiti. Ho ricevuto un’importante offerta di lavoro in Emilia Romagna, mentre la nostra vita iniziava a svilupparsi qui a Roma (pur senza vincoli di figli o abitazioni acquistate). Stiamo bene insieme e personalmente apprezzo anche la possibilità di tornare a casa da lavoro e godersi insieme a lei una puntata della nostra serie preferita. Lei non mi ha vietato di andare, in quanto è ben conscia che l’offerta è di gran lunga superiore al lavoro attuale (almeno il 50% in più), tuttavia ha, come me, mille dubbi e incertezze. A differenza tua, sono io a farmi diecimila problemi e “dipendere” cosi tanto da lei da non immaginarmi a distanza. Sono settimane che sono in questo impasse da cui non riesco ad uscire ed ovviamente ne ho parlato con lei ma non giungo ad una soluzione, forse per mancanza di coraggio a prendere una decisione che inevitabilmente destabilizzerebbe, anche se solo nel breve periodo soprattutto, la nostra relazione (treni, vivere a distanza, giorni contati anche se con lo smartwork parziale è più semplice ecc.). Inoltre, immaginare di spostarsi ancora una volta dopo 7 anni qui a Roma dove qualche punto di riferimento è stato costruito non è cosa semplice (anche se d’altra parte si potrebbe facilmente ipotizzare un tenore di vita superiore un domani rispetto ad una città enorme e trafficata come Roma).
Niente, avevo piacere a condividere un approccio diametralmente opposto al tuo. Ammiro la tua libertà e la tua “capacità di stare da sola”, questi sono limiti che invece mi riconosco.
Un caro saluto,
Luca